Milano«Milano non deve più dover sempre andare a chiedere con il cappello in mano. Serve una legge speciale, Roma capitale ce lha, perché non la deve avere anche Milano? Perché non deve diventare una città Stato come altre città europee?». Giovanni Terzi è stato per cinque anni assessore nella giunta di Letizia Moratti. Carriera in Forza Italia e poi nel Pdl, ora ha messo in piedi una lista civica che appoggia la Moratti: «Milano al centro».
Assessore Terzi, cera proprio bisogno di unaltra lista?
«Nel 1975 per il sindaco di Milano votò il 92 per cento degli elettori, nel 2006 appena il 67 per cento».
E dunque?
«Il partito di maggioranza è quello di chi non vota. Nemmeno per il proprio sindaco. In troppi non si riconoscono nella politica, di qualunque colore».
Quindi via libera alle liste civiche.
«Artigiani, tassisti, artisti, imprenditori. Pochi politici e tanta società civile».
Non è qualunquismo?
«Il vigile in lista prende i voti di chi gli vuol bene nel quartiere. Con più gente che vota, si impedisce anche alla criminalità organizzata di influenzare la politica con poche preferenze».
Come si salva la politica?
«Solo se riuscirà a ricostruire un rapporto importante con i cittadini».
Lei appoggia la Moratti, ma non toglie voti al Pdl?
«Intercetto i moderati e gli scontenti. Ma siamo leali alla Moratti. Siamo la società civile che vuol metterci la faccia solo per amore della nostra città».
Dicevamo di Milano città Stato.
«Dobbiamo considerarla una grande metropoli del Nord Europa. E trattarla di conseguenza».
La capitale morale del Paese?
«Non serve, Milano è già la capitale economica e finanziaria. Le serve solo una legge per crescere ancora».
Come?
«Autonomia federale che le dia forza e indipendenza».
Ovviamente finanziaria.
«Ovviamente finanziaria. Così Venezia potrebbe diventare un distretto culturale. Come già succede nei land tedeschi, a Monaco, ad Amburgo».
Tremonti propone unarea a fiscalità agevolata.
«Chiaro che devessere così. Anche nellottica dellExpo nel 2015».
E unaltra lista civica a cosa serve?
«Fa da pontiere per affrontare i problemi superando barriere ideologiche».
Non è scontata antipolitica?
«No. Vera politica che deve ricostruire il senso di comunità».
Lei, da assessore, lo ha fatto?
«Ho cercato di far riconciliare commercianti e abitanti, sul loro rapporto può fondarsi una comunità profonda».
Lei ha ricevuto appoggio anche da mondi diversi, non proprio omologabili al berlusconismo: Angelo Rovati, Fabio Novembre, Linus, Carlo Cracco, Paola Maugeri.
«Alla fine, per fortuna, si sceglie la persona».
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