Serve una trinità di amici per sostituire Heath Ledger

Arriva "Parnassus": Johnny Depp, Colin Farrell e Jude Law hanno recitato la parte dell’attore morto durante la lavorazione del film di Terry Gilliam. Il regista: "Non sapevo come fare a finire la storia. Allora ho chiamato i suoi compari"

Serve una trinità di amici per sostituire Heath Ledger

Parnassus - L'Uomo che voleva ingannare il Diavolo (dal 23 nelle sale) è un film genere fantasy dell’americano Terry Gilliam, regista visionario ed eccentrico, legato al clan dei «Monty Python», quel gruppo comico inglese di alto livello sempre in cerca del senso della vita. E siccome la sulfurea pellicola di Gilliam, artista apparentemente accompagnato da una personale maledizione (a ogni film che gira, sorgono problemi di non lieve natura), verrà proiettata il 18 al Festival internazionale del Cinema di Roma (con gaudio di chi non ha potuto vederlo a Cannes, dov’era fuori concorso), focalizziamone subito il principale nucleo emotivo ed artistico. E cioè la morte fisica, per overdose di farmaci antidepressivi, del protagonista Heath Ledger, dipartito il 22 gennaio dell’anno scorso, a 28 anni solamente, proprio mentre stava girando l’atteso film, basato sull’eterna rivalità tra Bene e Male. Sul set l’attore australiano, anche promotore di giovani talenti, pittore e regista di video, che ricordiamo come addetto alle mucche nel western gay I Segreti di Brokeback Mountain e come vincitore postumo di un Oscar per Il cavaliere oscuro (nei blog si ragionò a lungo di come il suo personaggio «nero», il sarcastico Joker, avesse finito col divorarlo), di fatto scoppiava di vitalità. «Era una palla di energia», si stupì Gilliam, quando la polizia di New York comunicò che Heath se n’era andato, da solo con le sue pasticche, in un appartamento spoglio di Soho.

Rimpiazzarlo, a riflettori ancora accesi? Impossibile. «Ci fu un periodo di smarrimento. Ricominciare con un altro attore ci sembrava irrispettoso, non sapevo che fare... Finché non mi venne in mente di chiedere aiuto ai suoi amici Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell. Sarebbero stati i tre volti di Heath-Tony, giustificati dallo specchio magico, che nel film modifica i lineamenti», ha spiegato Gilliam sulla Croisette. Non è forse vero che «nulla è per sempre, neanche la morte», come recita una fulminante battuta messa in bocca, nel film, a Johnny Depp? È a questo punto, in quello spazio bianco tra il non più e il non ancora che si salda l’altro potente elemento esoterico, buono a indicare, in Parnassus, un oggetto da maneggiare con cura (e qualcuno, prima o poi, dovrà spiegarci come ha fatto a costare 30 milioni di dollari un film indipendente come questo). Perché nel racconto, che ruota intorno a Parnassus (un inquietante Christopher Plummer), mago cialtronesco, che grazie al suo spettacolo itinerante «Imaginarium» fa entrare il pubblico in un’altra realtà, più fantasiosa e appagante, e al suo patto col diavolo (Tom Waits), volto a costringere il circense affabulatore a cedere l’anima della propria figlia sedicenne (Lily Cole), subentra una doppia trascendenza. A far vincere Parnassus sul diavolo, infatti, sarà Tony, ovvero Heath Ledger, post mortem incarnato dalla trinità Depp-Law-Farrell.

Innamorato della figlia di Parnassus, il ragazzo di belle speranze darà il due di picche al diavolo, suggerendo al re dell’«Imaginarium» come sbarazzarsi di Belzebù e del suo orrido patto. Del resto, le trovate digitali, al cinema, fanno miracoli, come s’è visto, di recente, ne Il misterioso caso di Benjamin Button, con un Brad Pitt invecchiato a comanda. «È un lavoro duro, ma necessario. È bello vedere le reazioni della gente», ha commentato Gilliam all’anteprima londinese del suo film, il 7 ottobre, mentre i fan di Ledger si scatenavano in Leicester Square, abbracciandone l’ombra. C’è di che sognare, comunque, e un sognatore romantico fu Heath, il cui nome, per esteso, è Heathcliff, come il protagonista di Cime tempestose. «By Heath Ledger and his friends» è la scritta, che appare alla fine di Parnassus e che indurrebbe a idealizzare un universo di sodali, un po’ angeli, un po’ demoni, con la loro volontà di potenza, tesa a sconfiggere la morte terrena, perlomeno.

Poi subentra il risvolto più pragmatico e commovente, di tanta solidarietà cinematografica: la cinetriade ha devoluto i suoi compensi a Matilda, la figlia orfana di Heath, nata da una relazione con l’attrice Michelle Williams, conosciuta sul set di Brokeback Mountain, dove un uomo ne baciava un altro. Quando un film è un’avventura umana e dello spirito, naturalmente si racconta una storia fatta di storie. Come succede nella vita.

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