Sette ragazze in scena (Andrea Miró, Camilla Barbarito, Laura Frascari, Federica Garavaglia, Francesca Tripaldi, Sofia Weck e Maria Luisa Zaltron): jeans, gilet, maglietta a righe, sciarpa rossa e scarpe da tennis, costumi di Pamela Aicardi, su un palcoscenico che vorrebbe richiamare un cabaret degli anni '80, uno spazio alternativo, un luogo di libertà dove si parla di cambiamento (scene di Lucia Rho). Tutte le attrici interpretano un solo personaggio, cantando e suonando vari strumenti musicali dal vivo, e la sua musica: Rino Gaetano, il cantautore italiano nato a Crotone, in Calabria, e vissuto perlopiù a Roma, morto nel 1981 a 31 anni in un incidente stradale. Ahi Maria! si intitola lo spettacolo, in scena in prima nazionale al Teatro Menotti dal 27 al 31 dicembre (con una speciale replica di Capodanno): la drammaturgia, di Emilio Russo, contraddistingue questo lavoro come un armonico, delicato e rispettoso ritratto non solo dell'arte, ma anche del mondo, poetico e impegnato, del cantante. Già l'autore si era ispirato alle vite di cantanti per alcuni suoi spettacoli: Talking Guccini, sul cantautore bolognese, o L'amore scoppiò dappertutto, su De Andrè, oltre a due spettacoli su Alessandro Gaber di cui ha firmato la regia (Far finta di essere sani e Libertà obbligatoria). Qui ogni parola descrive sapientemente la libertà di Rino Gaetano, e allo stesso tempo la sua necessità di tradurla in arte: l'amore, l'emigrazione, l'emarginazione, la solitudine. Questi sono i temi del cantautore: Mio fratello è figlio unico, Sfiorivano le viole, fino a Nuntereggae più passando chiaramente per Gianna e molte altre, raccontano un uomo combattuto, che anela con un'innocente verità al miglioramento sociale, ma vive una persistente melanconia interiore data dalla continua delusione nel non vedere raggiunti i suoi ideali. Gaetano crede nella comunione, l'unità, la difesa del più debole. E niente più che una voce, multipla e allo stesso tempo unica, di sette ragazze rende ancora più vicina l'essenza della complessa eppure sempre coerente visione del mondo dell'artista. Berta, Aida, Gianna, Lucia, Maria, Daniela, Rosita, le figure femminili delle canzoni di Rino Gaetano diventano le portavoce della sua idea di vita e di società. L'essere indipendenti, nel pensiero e nelle visioni, nell'immaginare un mondo diverso e nel cercare di raggiungerlo, fa di se stessi da un lato un esempio, dall'altro rappresenta un pericolo per coloro ai quali questa libertà risulta scomoda.
Ed ecco quindi l'enigma dell'incidente stradale, su cui tuttavia lo spettacolo non insiste in modo particolarmente rilevante. Come se il messaggio di Rino Gaetano fosse arrivato già allora e continui ancora oggi (il finale esprime questo concetto), a prescindere da una morte violenta e piena di enigmi.