Il Settecento grande protagonista in casa Bastagli

«La base del mio arredo è rappresentata da mobili di provenienza diversa ma legati da un unico stile classico»

Antonello Mosca

Fondata da Alessandro Bastagli, che ne è anche il Presidente, la «A. Moda» è oggi una delle maggiori aziende nel settore dell'abbigliamento sportivo con una particolare vocazione allo «sportwear» e all'«activewear». Produce e distribuisce marchi di fama internazionale tra i quali, per citarne solo i più importanti, Everlast, Alpha, Smith's American e lo storico marchio di baseball americano Empire, nato nel 1919. Personaggio dinamico, attento ad una costante innovazione stilistica e grafica, e alla ricerca di materiali e trattamenti che soddisfino il consumatore di oggi, Bastagli non poteva non essere interessato al tema dell'arredo, del design e della casa. «Un tema che mi appassiona - esordisce Bastagli - e non solo perché la casa, come penso per tanti di noi, sia il luogo dove ritrovare noi stessi, ma anche perché, essendo io un collezionista, è anche il posto ideale dove poter coltivare i miei hobbies».
Tra antico e moderno, cosa preferisce?
«Certamente l'antico e, in particolare, lo stile del XVIII secolo. Cerco di seguire l'insegnamento che mi ha dato, molti anni fa, un caro amico antiquario al quale rivolsi la domanda su come fosse possibile che oggetti di epoche diverse potessero coesistere e far parte dello stesso arredamento. La sua risposta fu quella che i bei pezzi d'arredamento e i bei oggetti anche di epoche diverse trovano il loro modo di stare insieme. Trovai questa osservazione estremamente acuta e intelligente e devo ammettere che si è sempre stata corretta». Il mondo del classico è particolarmente legato all'arte. Questa è presente nella sua casa?
«Posseggo diverse opere che decorano le mie pareti, e in particolare due quadri, uno di Furini e uno di Pompeo Batoni, pittore neoclassico del Settecento e certamente un ritrattista di fama europea».
Il suo locale preferito?
«Quello destinato a biblioteca. È qui che tengo la mia collezione di legature antiche e quella di libri sulla storia del costume. Le scaffalature certamente hanno il ruolo principale, ma vi è uno dei pezzi cui tengo maggiormente, che è uno scrittoio del Settecento acquistato da un caro amico. Penso che molte persone dovrebbero avere un ambiente destinato alla lettura, con un tavolo, una comoda poltrona ben illuminata e magari il conforto di una buona musica classica. Si può riflettere, far maturare le idee, la creatività che ciascuno possiede, leggere con una attenzione maggiore e restare isolati da tutto quello che il quotidiano ci fa dimenticare o trascurare».
E il suo soggiorno?
«Un ambiente che definirei tradizionale, semplice e accogliente, punto di ritrovo dove conversare e pranzare, il luogo attorno al quale ruota la vita di tutta la famiglia. L'arredo è classico ma le sedute contemporanee».
E la camera da letto?
«Ha una decorazione lineare, con pezzi del Settecento, un letto di grandi dimensioni e una coppia di cassettoni toscani che sono tra i mobili più significativi che possiedo. Vi regna molto calore, anche se le dimensioni del tutto non sono eccessive».
La cucina è certamente un ambiente particolare.
«Non è grande ma divertente, in quanto è stata ricavata da una serra, e tutto l'arredo lo ho affidato da una ditta inglese. Pur amando la buona cucina non mi ci dedico affatto».
Colori e tessuti?
«Non potevo che sceglierli in maniera che legassero con lo stile da me preferito, e quindi cotoni e sete, tutti nelle tonalità chiare dei pastello, dai tenui azzurri al giallo ocra».
Ma che ne pensa dell'arredo moderno?
«Certamente la decorazione e il design di oggi hanno caratteristiche moderne, ma confesso, anche osservando i negozi che vendono tutto questo, che trovo idee e prodotti nei quali vive il difetto di essere datati o la sensazione di passare di moda molto presto. Il che mi fa sentire lontano da questa produzione».


La casa che lei sogna?
«Quella dove si sta bene e si vive serenamente, è quella che possiedo sull'isola di Cavallo, davanti a Bonifacio».

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