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La sfida dell'infaticabile Chung il (neo)direttore dei due mondi

Il maestro si dividerà tra la Scala, la natìa Busan e Seu.l Il suo segreto? Si specializzerà nell'arte della delega

La sfida dell'infaticabile Chung il (neo)direttore dei due mondi
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Con il 2026 il direttore d'orchestra Myung-whun Chung entra in un triennio ad alta intensità professionale. Alla Scala come annunciato raccoglierà il testimone di Riccardo Chailly quale direttore musicale, inaugurando la stagione e prima ancora dirigendo Carmen (a giugno) e due concerti. Ma il podio scaligero non sarà il centro di gravità della sua agenda. Oltre a essere direttore artistico della sala da concerti della sua città natale, Busan, che si sta dotando anche di un teatro d'opera, Chung è stato nominato direttore musicale della coreana Kbs Symphony, l'equivalente, per peso e funzione, della nostra Orchestra Rai. Il mandato è triennale e prende il via a gennaio. Un incarico arrivato come un fulmine a ciel sereno.

Tre istituzioni di primo piano, separate da undici ore di volo e nove di fuso orario. Condurle simultaneamente è un'impresa: quanto è davvero fattibile? "Sia alla Scala sia alla Kbs Symphony le decisioni su cosa fare e su quali programmi presentare saranno definite insieme da chi ne ha la responsabilità", ha spiegato Chung ai giornalisti coreani, anch'essi perplessi. Un'affermazione che suona quantomeno singolare, se si considera che la direzione musicale implica anche queste scelte. "Quello che posso fare io - ha detto - è amare i musicisti, sostenerli, aiutarli ad aprire un po' di più il loro cuore".

Chung è il secondo direttore non italiano alla Scala, dopo Daniel Barenboim. E come Barenboim, non assume l'incarico scaligero in forma esclusiva. Con una differenza: allora la spola fu tra Milano e Berlino; oggi la tratta si allunga parecchio. MilanoSeulBusan significa jet lag, calendari millimetrici, energie da dosare con precisione chirurgica.

La direzione musicale di un teatro come la Scala vuol dire allestimento di opere e concerti, settimane di prove, audizioni, costruzione

dei cast, coordinamento artistico, una presenza costante anche lontano dal palcoscenico. Di fatto, l'interrogativo Chung lo ha già sciolto rispondendo ai giornalisti coreani: sarà (anche) un maestro dell'arte della delega.

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