da Roma
Macché sgarbo, ma quale crisi diplomatica. «È stato creato uno scandalo sul niente - dice Silvio Berlusconi -. Siamo seri, io ho fatto solo una battuta di galanteria». E quindi, insiste il Cavaliere, la signora Tarja Halonen, presidente della Finlandia, non può certo essersi offesa per quella frase scherzosa pronunciata laltro giorno a Parma: «Ho rispolverato tutte le mie arti da playboy per ottenere lAuthority alimentare». Eppure a Helsinki, dove evidentemente il sense of humor non abbonda, questa storia del corteggiamento non è andata proprio giù: dal risentimento del capo del governo Vanhanen, che ha parlato di «spaghetti troppo piccanti», alle lettere ai giornali per rivendicare la superiorità gastronomica della renna sul culatello, fino alla convocazione formale con tanto di richiesta di spiegazioni del nostro ambasciatore Ugo Gabriele de Mohr.
Per lItalia il caso non esiste. «La questione è chiusa», dice Gianfranco Fini. Palazzo Chigi non intende replicare e dalla Farnesina non sono previste ulteriori note di precisazione. Meglio semmai un duello, come propone il maestro darmi Renzo Musumeci Greco, che «per difendere lonore della galanteria» lancia il guanto allambasciatore Alec Aalto. Un duello? «Né lItalia né il mondo - spiega Musumeci Greco, un avo tra i Mille di Garibaldi, curatore degli scontri di lame per il cinema e il teatro - possono mettere in dubbio che il sorriso rivolto da un uomo a una donna sia un valore da rispettare. La convocazione del nostro ambasciatore a Helsinki per raccogliere lo stupore del governo finlandese nei confronti delle galanterie rivolte da Berlusconi alla presidente finlandese è unoffesa alla bellezza che mi tocca profondamente e che merita una riparazione».
E come? A fil di spada? «Sì - dice Musumeci Greco -. Io sfido lambasciatore finlandese a Roma a battersi a duello con me affinché io possa difendere questo valore universale e sicuramente italiano. Gli concedo la facoltà di farsi sostituire da un campione di scherma a sua scelta». Ma non sarà uno scontro allultimo sangue: «Al paradosso finlandese - precisa il maestro darmi - un paradosso italiano». E in attesa che Alec Aalto decida se accettare o no la sfida, i diplomatici nordici cercano di ridimensionare la polemica.
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