Gianandrea Zagato
Chi sullagenda si era segnato che venerdì dalle diciotto al 74 di via Piranesi ci sarebbe stato un dibattito «out of control» può cancellare quellappunto. E anche il seguito della serata: il reading teatrale «Remember Genova 2001» e il «Dj set trash/revival». Tutto rinviato a data da destinarsi. Motivo? Al 74 di via Piranesi non cè più la sede «bis» del deposito Bulk. Sì, ledificio di proprietà del Demanio comunale «okkupato» appena ventiquattrore prima dai pasdaran del centro sociale tanto caro allarea della galassia antagonista, che va dai disobbedienti agli anarchici e dai Cobas agli «assaltatori urbani», è stato sgomberato e pure senza incidenti.
«Doppia buona notizia» commenta Riccardo De Corato: «Prova che Milano può adesso contare su un prefetto che ritorna ad essere tale e che sa prendere decisioni tempestive nei confronti di tutti quelli che violano la legge». Valutazione, quella del vicesindaco, che la dice lunga sullattesa di un intervento «rapido», allinsegna della legalità che «inverte una linea di tendenza fatta di lassimo e di inutili, oltre che prolissi, tavoli» cari allex prefetto Bruno Ferrante. Che, naturalmente, a sgombero avvenuto, sceglie di non spiegare perché abbia tollerato situazioni di illegalità e offre invece la sua disponibilità «nellinteresse dei ragazzi» affinché «venga trovata una soluzione a cui - dice - anchio stavo lavorando». Peccato che la «soluzione» vagheggiata dal candidato sindaco del centrosinistra non sia mai arrivata, nonostante il pm Fabio Roia avesse chiesto lo sgombero delledificio ex Enel al 36 di via Niccolini, a Porta Volta, perché «lì vige una sorta di stato di extraterritorialità».
E, ricordano le cronache, pure gli stessi «ragazzi» avevano respinto ogni possibilità di soluzione alternativa che, nelle intenzioni di Ferrante, avrebbe dovuto portare allabbandono «spontaneo dellarea». Così non è però avvenuto. Risultato? Gli occupanti di via Procaccini hanno creduto di potersi allargare, di «rivendicare cioè un nuovo spazio sociale a Milano». Dove? Al 74 di via Piranesi. «Calcolo sbagliato» sostiene Guido Manca: «Allombra della Madonnina non cè spazio per le alterazioni dellordine pubblico. Chi non rispetta quelle che sono le regole della civiltà e della legalità non ha diritto di residenza». Messaggio con plauso incluso «alle forze dellordine per il risolutivo intervento in via Piranesi» che, preannuncia lassessore alla Sicurezza, sarà seguito a breve da unaltra soluzione: quella dello stabile al 2 di via Lecco, a due passi da piazza San Babila, abusivamente occupato da presunti rifugiati politici che, tra laltro, godono del sostegno del popolo antagonista.
«Soluzione resa possibile anche alla luce di quellordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri che offre interventi straordinari e urgenti per il contrasto e la gestione dellimmigrazione clandestina» spiega Manca. Questione affrontata anche ieri in un incontro tra il prefetto Gian Valerio Lombardi e le istituzioni. Quelle istituzioni, chiosa De Corato, che «ora vogliono conoscere i motivi che hanno permesso ai militanti del Bulk di occupare impunemente per otto anni lo stabile di via Niccolini». Domanda rivolta con interrogazione al ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu: «Vogliamo conoscere anche perché in quel lasso di tempo i massimi vertici della Prefettura milanese abbiano tollerato questa situazione, nonostante il Comune sollecitasse lo sgombero».
Sostantivo gradito, ovviamente, dallassessore al Demanio Diego Sanavio che «applaude alla tolleranza zero», mentre la Provincia di Milano condanna loperazione di normalizzazione, «lo sgombero mortifica il dialogo» sostiene lassessore alle Politiche giovanili Irma Dioli: «Crediamo che vi sia necessità di cambiare rotta, di dare risposte concrete alle domande che emergono. Lamministrazione provinciale sta quindi cercando di fare la sua parte».
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