Sgravi all’edilizia, Passera in lotta con la Ragioneria

RomaLa cura del mattone di Corrado Passera rischia di uscire fortemente ridimensionata, se non demolita. Da qualche giorno la bozza del decreto sviluppo circola al ministero dell’Economia ed è cominciato un botta e risposta con lo Sviluppo economico sul capitolo che Passera (e non solo lui) considera fondamentale per fare ripartire l’economia, quello che riguarda l’edilizia. Per la Ragioneria dello Stato gli sgravi previsti dal ministero dello Sviluppo sono troppo costosi. L’idea è di rendere strutturali le detrazioni del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici. Poi un forte incentivo alle ristrutturazioni, con l’aumento dello sgravio Irpef dal 36% al 50% e il raddoppio della spesa da agevolare da 48mila euro a 96mila.
A queste misure incentrate sulle ristrutturazioni, se ne aggiungono altre che mirano a favorire le compravendite immobiliari, incidendo sugli oneri fiscali che gravano su chi compra o vende casa e favorire i costruttori che non riescono a vendere, sospendendo per tre anni il pagamento dell’Imu. Misure che servono a rendere meno drammatici gli effetti della crisi in uno dei settori più colpiti, ma che sono troppo costose per i tecnici del ministero dell’Economia. L’obiettivo della Ragioneria è ridurre, se non stralciare, la parte che riguarda gli incentivi, lasciando in vita praticamente solo le misure a costo zero. La pressione nelle ultime ore è diventata talmente forte che anche al ministero dello Sviluppo frenano e non confermano i contenuti della bozza. Il decreto sviluppo è ancora tutto da scrivere, confermano fonti di Palazzo Chigi. Ma questa volta il governo tecnico dovrà lasciare spazio anche a qualche valutazione più politica.
Le pressioni per fare qualcosa per la crescita sono sempre più forti. L’esordio del neopresidente di Confindustria Giorgio Squinzi, per nulla tenero con il governo, non è stato indolore per il premier Mario Monti. Così come i sondaggi sempre più sfavorevoli, che potrebbero rafforzare i parlamentari più critici nel confronti del governo.
Gli sgravi per l’edilizia, commentavano ieri esponenti della maggioranza, potrebbero essere una buona risposta sia agli industriali, sia agli italiani che hanno sempre dimostrato di apprezzare misure che riguardano la casa e il risparmio energetico.
Più sul versante delle imprese, la bozza del decreto sviluppo prevede anche il credito di imposta sugli investimenti in ricerca e innovazione. Nella versione contenuta nella bozza è del 30% per ogni spesa superiore ai 50mila euro e sono comprese anche le assunzioni di personale specializzato con contratto a tempo indeterminato o apprendistato. Anche il credito di imposta è ora al vaglio della Ragioneria dello Stato. Il costo della misura è di 500 milioni di euro, ma in questo caso si tratta di una rimodulazione degli incentivi alle imprese, quindi di fondi già in bilancio.
Tra le altre misure contenute nella bozza, l’estensione delle Srl a «un euro», quelle ultrasemplificate, a tutti, non solo agli under 35. Poi norme che rendono più rapidi le procedure successive al fallimento delle società.

Per quanto riguarda le compensazioni Iva, la bozza prevede che il limite massimo dei crediti di imposta passi da 500mila euro a un milione. Tutte misure che dovranno passare per la ragioneria e poi dal premier Monti, che avrà l’ultima parola, prima del varo che il governo vorrebbe arrivasse in tempi brevi.

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