di Natan Mondin*
Le due Coree sono in conflitto dal 1950, da quando il Nord ha invaso il Sud costringendo la comunità internazionale a intervenire per scongiurare un conflitto di portata mondiale in seguito al coinvolgimento di Stati Uniti, Cina e Russia. All'armistizio del 1953 non è mai seguito un trattato di pace dal momento che i negoziati di Ginevra del 1954 sono falliti per l'inflessibilità dei nordcoreani. La Repubblica di Corea è cresciuta nella cornice di quello che di fatto è il più lungo armistizio della storia; da un'economia di sussistenza, il cui prodotto interno lordo era paragonabile a quello di un Paese dell'Africa Subsahariana, è diventata la quarta economia dell'Asia e oggi occupa l'undicesimo posto tra le economie mondiali; le conglomerate che ne hanno guidato lo sviluppo sono ai primi posti al mondo per quote di mercato nei settori più diversi, dalla cosmesi all'industria pesante, dall'automotive all'entrateinment. Negli anni le minacce da parte del Nord si sono susseguite, la tensione non è mai scemata e questo spiega in parte l'atteggiamento business as usual degli operatori economici coreani e stranieri che in Repubblica di Corea investono e lavorano. I test nucleari sono un altro capitolo della storia di un conflitto decennale al quale in molti voglio mettere fine, e in questo senso sta operando il nuovo presidente della Repubblica, Moon Jae-in, che da sempre promuove la linea del dialogo. I rapporti di politica internazionale, in particolare con Corea, Stati Uniti, Cina e Giappone, non sono gli unici temi caldi a cui deve dare una risposta il presidente Moon, salito alla guida del Paese dopo la crisi di governo che ha travolto la presidente Park insieme ai manager di alcune delle più importanti conglomerate, tra cui Samsung Electronics.
Sul piano della politica estera la nuova amministrazione inaugurata lo scorso 10 maggio ha confermato la forte vicinanza agli alleati Stati Uniti, pur portando avanti il dialogo con il Nord; durante i primi 100 giorni di governo il presidente Moon ha impostato le riforme che dovrebbero riportare il Paese ai livelli di crescita di dieci anni fa, stimolando export e mercato interno. I motori della crescita individuati sono welfare e occupazione, seguiti dagli aiuti alle start up e alle piccole e medie imprese innovative. In tal senso è stato innalzato il salario minimo, così come le pensioni; è stato lanciato un piano di assunzioni nel settore pubblico che prevede più di 800 mila nuovi posti di lavoro; infine come stimolo per le assunzioni nel settore privato è stato annunciato un sistema di sgravi fiscali che verrà presentato con le nuove riforme agli investitori stranieri durante il prossimo forum Invest Korea Week che si terrà a Seoul dal 7 al 9 novembre.
La nuova amministrazione Moon è convinta che la crescita dell'occupazione e delle start up, della piccola e media imprenditoria innovativa unita alla stretta collaborazione con gli investitori esteri potranno riportare il Pil a livelli di crescita superiori al 4% su
base annua, a ridurre il tasso di disoccupazione giovanile che negli ultimi mesi e cresciuto pericolosamente l'8,2% per i giovani tra i 25 e i 29 anni, il dato più alto degli ultimi 15 anni.*Trade and investment specialist
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