Leconomia cinese marcia con una progressione che gli americani hanno in questi giorni definita «torrid», molto più che bruciante. Non è un caso che lindustria automobilistica mondiale sia affluita in massa, senza badare ai costi, nei padiglioni del Salone internazionale di Shanghai che apre al pubblico domani nella vera capitale della Repubblica Popolare di Cina. La 12ª edizione della rassegna è di quelle che lasceranno il segno in questo sterminato Paese che si è già assestato al secondo posto a livello mondiale dopo gli Usa con oltre 7,2 milioni di auto immatricolate nel 2007, che saliranno a 8,5 nel 2008, quando, dalle linee di montaggio cinesi, usciranno circa 15 milioni di unità.
È un banchetto di proporzioni gigantesche a cui tutti vogliono prendere parte, moltiplicando le alleanze con produttori locali, un atto indispensabile per costruire e vendere auto in Cina. Su un mercato che nellimmaginario collettivo è popolato di vetture malandate, fumose, poco sicure e bruttine perché spesso male copiate (il fenomeno delle auto clonate è in deciso calo, la Roewe della Saic è uno dei più eclatanti) impressiona il claim scelto per lexpo: «Technology and nature in harmony». Impossibile non rimanere spiazzati da questa dichiarazione in un Paese dove non esistono regole nello sfruttamento delle fonti energetiche, ma la reazione è stata immediata, con la presentazione di tantissimi modelli e concept a basso inquinamento. General Motors è calata a Shanghai con la Volt appena svelata a Detroit, prototipo di veicolo a fuel cell, tecnologia della quale in Cina non si era mai parlato, per dimostrare ai suoi consumatori americani di voler percorrere sino in fondo questa strada. Ma sono molti anche i marchi cinesi che mettono sotto i riflettori auto ibride, a idrogeno o elettriche. Ford, che espone la concept Mustang firmata Giugiaro, guarda di più ai numeri, pensando che prima o poi la possibilità di possedere unauto verrà estesa anche ai ceti bassi, e presentando unampia gamma di modelli annuncia lintenzione di produrre la nuova generazione di Mondeo anche in Cina. Sullo stand Fiat non si parla delle alleanze che vanno e che vengono (Nanjing e Chery), ma si punta tutto sullaffermazione del brand, con la Grande Punto, anche nella versione Abarth, marchio che ha un sicuro futuro da queste parti. A fare da contorno la nuova Bravo e la Linea destinata ai mercati asiatici.
Nel 2006 le vendite della Ferrari in Cina sono quasi raddoppiate rispetto al 2005 (121 auto) e la casa di Maranello ha deciso di essere presente a Shanghai in veste ufficiale (ma ci sono anche le Maserati) con tutta la gamma.
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