Shannen, la giovane mamma che combatte Al Qaida di notte

Erica Orsini

da Londra

Di giorno semplice magistrato e giovane madre di tre figli, di notte instancabile cacciatrice di terroristi. È da dopo l’11 settembre del 2001 che Shannen Rossmiller, bionda ex cheerleader americana, conduce una vita a doppio binario.
Trentasette anni appena, una tranquilla carriera nel tribunale del piccolo stato del Montana, questa signora dal piglio autoritario ha già alle spalle una carriera piena di successi nella lunga lotta contro gli uomini di al Qaida. Per la prima volta ha raccontato la sua incredibile storia al quotidiano britannico Daily Telegraph, che ieri sottolineava come gli islamisti più radicali abbiano molto più da temere da lei che da uno squadrone di caccia F-16. Parecchi integralisti probabilmente non lo sanno, ma questa spia freelance, grazie alla conoscenza della lingua araba e alla pratica informatica, è riuscita a inserirsi nei siti internet dei terroristi più fanatici, carpendone i segreti, smascherandone i complotti, facendone arrestare a decine.
La sua è un’occupazione part-time, una sorta di volontariato nel settore dell’intelligence, ovviamente non riconosciuta ufficialmente né dal governo americano, né da nessun altro. Il suo nome è stato reso pubblico soltanto di recente, quando la signora è stata chiamata a testimoniare in un caso che l’ha vista protagonista diretta. Rossmiller è infatti riuscita a far arrestare e condannare a vita Ryan Anderson, un soldato della Guardia nazionale americana convertito all’islam, che aveva tentato di passare ad al-Qaida tutti i dettagli e soprattutto i punti deboli del carro armato Abrams M-1, utilizzato nel conflitto in Irak. «In quel frangente non ebbi la possibilità di rimanere anonima», ha rivelato la signora al giornale.
In molte occasioni Rossmiller è riuscita perfino a incontrare alcuni terroristi all’estero. Per tre volte ha portato allo scoperto dei giovani estremisti islamici di nazionalità britannica, incluso un gruppo con base a Liverpool. Al Daily Telegraph ha spiegato che a suo tempo l’Fbi aveva passato tutta la documentazione relativa a questi casi ai servizi segreti britannici che però con lei non hanno mai preso contatto. All’inizio, la donna aveva tenuto la propria famiglia all’oscuro delle sue scorribande notturne come spia part-time perché «mi avrebbero dato della pazza». E talvolta avrebbe voluto fuggire dal mondo in cui si era volontaria addentrata. «Questi ragazzi non potrebbero prendersi un week-end libero?», si è chiesta di tanto in tanto quando pensava di non farcela più, ma poi il pensiero di un’umanità messa in ginocchio dalla minaccia del terrorismo internazionale l’ha sempre indotta ad andare avanti.
Adesso il Federal Bureau of Investigation l’ha dotata di un supporto investigativo più sicuro per proteggerla da eventuali vendette, ma l’Fbi si rifiuta tutt’ora di rilasciare commenti sul suo operato e nessun ringraziamento le è giunto da parte della Casa Bianca. Tutti, dietro le quinte però, sembrano conoscere molto bene il suo nome e quello che fa. Lei dal canto suo ammette di essere diventata più ambiziosa anno dopo anno, ma ovviamente non vuole rivelare quali siano i suoi prossimi obiettivi.

E ci tiene a sottolineare che il suo impegno non è dettato da una scelta politica. Non sta né a destra né a sinistra. Sicuramente, se le Torri Gemelle non fossero mai cadute, lei sarebbe rimasta un semplice magistrato del Montana e una madre di tre figli.

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