Economia

Si complica il domino dell’energia

Paolo Giovanelli

da Milano

Il risiko dell’energia europeo sta sempre più assomigliando a un domino, in cui la mossa di uno solo finisce per condizionare a cascata tutti gli altri gruppi. E alleati e nemici finiscono per scambiarsi le posizioni in una strana girandola. Prendiamo l’Opa di Gas Natural su Endesa: è tutto fuorché un’operazione solo spagnola. In teoria si tratta di un’offerta lanciata da un gruppo catalano su uno madrileno, sostenuta dal governo socialista che appoggia la scalata di una società «vicina» alla sinistra contro una «vicina» al partito di Aznar. Però si scopre che se l’Opa andrà a buon fine gli asset esteri di Endesa saranno venduti per far rientrare il debito di Gas Natural: e qui entrano in gioco Endesa Italia e la francese Snet (senza contare controllate in Polonia e Portogallo). Endesa Italia verrebbe ceduta al 50% alla spagnola Iberdrola, seconda società elettrica iberica dopo Endesa stessa, mentre l’altro 50% rimarrebbe in mano al nuovo gruppo nato con Gas Natural.
Iberdrola è anche candidata a rilevare il 65% di Snet in mano a Endesa. Così si preoccupa il vertice madrileno che vede a rischio una strategia internazionale costruita in questi ultimi anni: con un colpo di spugna verrebbe cancellata una catena societaria che parte dal Portogallo e che attraverso Spagna e Francia arriva fino in Italia. Ma si preoccupa anche l’Enel, che è in corsa per il 35% restante di Snet (in mano a Edf e Cdf): due giorni fa il management italiano ha detto che intende monitorare con attenzione gli avvenimenti spagnoli. L’Opa di Gas Natural rischia infatti di far slittare la conclusione della trattativa. Nello stesso tempo l’ad Enel, Fulvio Conti, ha fatto sapere di essere interessato a rilevare l’intero capitale di Snet se l’Opa di Gas Natural avesse successo. Ma a questo punto Endesa reagisce: parlare con i manager madrileni della possibilità che Enel acquisisca anche solo il 35% di Snet vuol dire suscitare un gelo polare. Anche perché Endesa non ha perdonato agli italiani di averle negato la conquista di Edison, preferendole Edf in cambio di un’apertura del mercato francese a Enel. E oggi Endesa manda avanti Asm Brescia a fare un’offerta per Snet concorrente con Enel.
A meno che le preoccupazioni di Enel per gli avvenimenti spagnoli non provochino, sia pure molto indirettamente, una mossa dell’Antitrust italiana che potrebbe dare un parere favorevole all’intervento della Commissione Ue nelle vicende spagnole: intervento chiesto a gran voce da Endesa stessa. Una risposta dell’Antitrust europeo dovrebbe arrivare settimana prossima. E uno stop di Bruxelles all’Opa cambierebbe molto i giochi. Ma certamente irriterebbe molto Gas Natural e forse anche il governo spagnolo, che ufficilamente si dichiara però neutrale. Intanto, proprio ieri, fonti Edf hanno invitato Endesa (che ha una prelazione sulla quota di minoranza di Snet) a non fare ritorsioni su Enel per la vicenda Edison.
Ma se Edf dà una mano a Enel in Francia, si guarda bene dal darla ad Aem Milano in Svizzera, dove almeno per il momento la società italiana è stata esclusa dalla corsa al 20% di Atel, mentre Edf salirà al 25%. Peccato che proprio l’intesa con Aem abbia aperto ai francesi le porte di Edison. Strana alleanza quella in cui il partner parigino, sollecitato ieri con insistenza a definire la propria posizione nella vicenda Atel, ha continuato a limitarsi a dire di non avere nessun conflitto con quello milanese.

E questo alla vigilia del lancio in comune dell’Opa su Edison.

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