Si indaga per omicidio sulla morte di Trampetti l'architetto scomparso

Spariti entrambi i telefoni. Il cadavere, che è rimasto in acqua, forse nasconde i segni di un'aggressione

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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La Procura di Milano vuole vederci chiaro. Così ha aperto un fascicolo per omicidio, al momento a carico di ignoti, sulla morte di Marco Trampetti, l'architetto 58enne di Cesano Boscone scomparso nella notte tra sabato 4 e domenica 5 febbraio e trovato cadavere una settimana dopo, la sera di domenica 10 febbraio, in un corso d'acqua del Parco Fontanili, a Corsico. Il sospetto del compagno dell'architetto, Mario, che lo frequentava dal 1995, è che qualcuno abbia potuto infierire su di lui e poi averne scaricato il corpo senza vita dov'è stato ritrovato. In un primo momento, infatti, il medico legale non avrebbe trovato evidenti segni di violenza sul cadavere. Tuttavia è pur vero che il corpo sarebbe rimasto in acqua tra le 48 e le 72 ore, lasso di tempo che potrebbe aver in qualche modo alterato e nascosto alcune tracce. E c'è anche altro che non torna: sono scomparsi nel nulla i due telefoni dell'architetto. Non sono stati trovati nella zona in cui è stato rinvenuto il suo corpo senza vita, ma neanche altrove. Fondamentali in questo senso saranno le risultanze dell'autopsia, che pare non sia ancora stata fissata.

«In quei giorni, lo dico apertamente, avvenivano incontri tramite queste app che servono per incontrare persone e lui era solito farne uso e si metteva a chattare. Dopo trent'anni eravamo, abbastanza aperti. Il mio timore è che possa aver incontrato qualcuno che gli abbia fatto del male» aveva spiegato, ancora prima del ritrovamento dl cadavere, il compagno ai microfoni della trasmissione condotta su Rai3 da Federica Sciarelli.

Del resto amici e famigliari sono tutti concordi nell'ammetterlo: Trampetti non aveva mai manifestato intenzioni suicide e prima di sparire non aveva dato segni di depressione o di malessere. Anche la chiusura dell'«Arci 122 Experiences Aps», l'associazione enogastronomica che aveva aperto con alcuni soci in via Gallarate e che purtroppo non aveva resistito alle chiusure della pandemia, lo aveva turbato ma non al punto da togliersi la vita.

«L'ultima serata che ho passato con lui è stato quel sabato sera quando abbiamo invitato un amico a cena. Un amico più suo che mio. - aveva raccontato il compagno Mario -. All'una e trenta l'ospite si è congedato e nonostante lui abiti a pochi passi da qui, Marco si è offerto di accompagnarlo in auto, con la sua Mercedes (ritrovata parcheggiata e chiusa nelle vicinanze del Parco Fontanili, ndr). Questo amico di Marco era la prima volta che veniva a cena a casa nostra. Quando Marco non è tornato a casa l'ho chiamato e lui mi ha confermato che l'aveva riportato a casa ed era andato tutto bene.

Però lì per lì non mi sono stupito. A volte spariva per un paio di giorni, massimo tre. Al terzo mi scriveva sempre Mario tutto bene e rientrava. Tant'è che io ho sporto denuncia di scomparsa il terzo giorno, non subito».

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