«Si indigna solo chi è falso Rendere noti i dati è civiltà»

da Milano

Giampiero Mughini, qualcosa da obiettare sulla pubblicazione dei redditi dei vip, incluso il suo?
«Visco mi mancherà. Non so come finirà tutta questa storia, ma approvo in pieno quello che è stato fatto. Qualche anno fa ho scritto che ognuno dovrebbe mettere sul biglietto da visita, oltre che nome e numero di telefono, reddito e quanto paga di tasse».
Come, prego? Una persona si presenta e deve far sapere subito qual è il suo reddito?
«Sì, questi dati dovrebbero stare sul biglietto da visita, è una questione di civiltà, perché spiegano chiaramente ognuno cos’è, cosa fa e cosa paga. Lavorare, guadagnare e pagare le tasse non è una vergogna».
Il suo non è tra i redditi più alti...
«È vero, appena 258mila euro - e circa 110mila di tasse - e faccio ben quattro lavori... Che miseria, mi vergogno, è troppo poco, devo dire al mio commercialista di fare un controllo, forse è sfuggito qualcosa...».
Qualche reddito particolarmente basso che non la convince?
«Be’, io a tutti quelli che hanno dichiarato meno di 15mila euro manderei i carabinieri».
E gli altri sono tutti veri?
«Ma assolutamente no. Se leggiamo le cifre il nostro Paese è sull’orlo del disastro, almeno il 50, 60 per cento evade. Anche io sono un evasore, nel 2008 non ho dichiarato mille euro... È il sistema, mi ritrovo a lavorare con gente che mi dice: “Fai l’assegno a mia madre”. Non sono la Fiat o le grandi imprese che evadono. Sono i medi e i piccoli che sfuggono. E anche in questi dati c’è qualcosa che non torna».
Qualche caso specifico che l’ha particolarmente colpita?
«Mi ha impressionato Anna Falchi praticamente alla fame».
Pubblicazione giusta, dunque. Ma ci sono tanti che si sono indignati...
«In Italia, a proposito di soldi, c’è un’ipocrisia che non finisce mai».
Beppe Grillo è stato tra i più agguerriti...
«Certo, perché oltre 4 milioni di euro di reddito non si conciliano con quello che lui vuol fare credere di essere.

Si indigna chi vuole dare di sé un’immagine diversa dalla realtà. Ha parlato addirittura di rischio sequestri. Avanti i rapitori che consultano la dichiarazione dei redditi invece di guardare immobili e auto prima di scegliere la vittima».

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