Roma

Si parte con «Lingua d’amore» un gioco tra parole e musica

I versi dei classici nel lavoro di Reim e Rossi-Castaldi

Laura Novelli

Dare voce all’amore: antico, moderno, felice, negato, contraddittorio, fragile, appassionato che sia. Per inaugurare la stagione estiva del teatro romano di Ostia antica non poteva essere fatta scelta migliore. Un luogo così merita infatti temi universali che però, proprio perché affrontati oggi con lo sguardo rivolto alla classicità, sappiano rievocare, nel suo scenario millenario, i millenni di quella storia umana scritta nel dna di ognuno di noi. Ed è questo uno dei principi ispiratori più nevralgici di «Lingua d’amore», lo spettacolo-concerto con cui Riccardo Reim e Patrick Rossi Gastaldi (entrambi autori, registi e interpreti) aprono stasera il festival «Cosmophonies».
Il nuovo lavoro della coppia Reim-Rossi Gastaldi tira in ballo direttamente gli spettatori, coinvolgendoli in un gioco verbale e musicale dove sono i versi di Catullo, Marziale, Orazio, Tibullo, Properzio, Sulpicia a tenere la scena e a riempirla di immagini, frasi, sentimenti, desideri e nostalgie difficili da dimenticare. Tanto più che sul palcoscenico ci sono pure altri tre interpreti ben noti al pubblico, Simona Marchini, Magda Mercatali ed Emiliano Coltorti, impegnati a dare ognuno la propria personale impronta a questo intarsio di suoni, voci e note pensato come un vero e proprio viaggio dell'anima dentro le parole (antiche) di Eros. Non per niente la musica - eseguita dal vivo da cinque musicisti e affidata, in alcuni momenti, alla maestria della soprano Arianna Morelli - funge qui da antagonista indispensabile e vitale: presenza irrinunciabile che non sottolinea semplicemente il testo (e il suo andamento sinuoso per voli e passaggi inattesi), ma dialoga con gli attori e con il pubblico al fine di restituire davvero l’idea di una serata in odore di libertà e gusto raffinato per la bella letteratura.


Per informazioni chiamare lo 06-56352850, dalle 11 alle 18.

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