«Si rassegnino tutti Ecco come è fallito l’attacco al premier»

RomaMinistro Gianfranco Rotondi, il complotto è sventato o resta in piedi?
«La manovra è fallita. Un complotto del genere o riesce in 48 ore o è destinato a fare flop».
Quarantotto ore a partire da Casoria?
«Certo: una presenza, quella di Berlusconi, assolutamente innocente perché non si va a una festa con un questore se non si tratta solo di una festa di compleanno».
Però ha fatto un botto...
«Tanto di cappello ai professionisti dell’intrigo che hanno indotto in errore persino una persona intelligente come la signora Berlusconi».
L’obiettivo era il premier. Colpito ma non affondato?
«Macché colpito: acqua! Hanno sottovalutato la compattezza della maggioranza, la stima di cui gode Berlusconi tra i cattolici, in Vaticano e sullo scenario internazionale».
Non rivedremo un altro 1994 e ribaltoni vari?
«Macché. Ci divertiremo, invece: dopo i complotti non riusciti c’è sempre il racconto di qualche complottardo».
La Lega ha già fatto muro: asse solidissimo?
«Gli italiani stiano tranquilli: completeremo la legislatura. E il governo, promosso pure nelle ultime elezioni, non corre alcun rischio».
Registi del complotto: Cossiga ha fatto i nomi di «Repubblica», Murdoch e Casini. Verosimile?
«Quello sui nomi dei registi è un gioco a cui non vorrei partecipare».
Si sbilanci! Ci mettiamo anche D’Alema che ha detto «l’opposizione sia pronta ad altre scosse»?
«Escludo che uno così intelligente voglia mettere la firma sotto il complotto. Credo che non valga più l’assunto che “si parte da Lotta continua per approdare al Complotta continua”».
Lei ha detto: «D’Alema troppo intelligente per sbagliare». Non lo sopravvaluta?
«Penso che con la sua frase voglia lanciare un messaggio: collaborare con Berlusconi».
Governissimo Tremonti o Draghi appoggiato da D’Alema e benedetto da Casini: questo il disegno?
«Non mi importa. Non sono né profeta né figlio di profeti. Io, il primo a parlare di trame, dico solo che il progetto è fallito e che non siamo infiacchiti dalle aggressioni».
Veline, minorenni, Mills, voli di Stato: perché proprio ora?
«L’accelerazione degli attacchi è avvenuta dopo il 25 aprile e il discorso di Berlusconi a Onna».
Non perché Berlusconi era all’apice del consenso?
«Quando la sinistra ha sentito che Berlusconi nominava i comunisti per i meriti nella Resistenza è suonata la sirena d’allarme».
Perché così facendo ha tolto alla sinistra il monopolio dei valori antifascisti?
«Hanno avuto paura che cominciasse una nuova fase del berlusconismo. A Onna Berlusconi ha cominciato a parlare anche ai cuori di quelli di sinistra».
Ed è arrivato il «noemismo». Altre polpette avvelenata in vista?
«Non mi riguarda se governiamo bene. L’opposizione si consoli pure guardando le foto delle vacanze del premier. Che ne facciano pure 15mila, non 5mila. Non mi interessa».
E se rispuntasse l’arma giudiziaria?
«Berlusconi è sempre stato considerato, e a ragione, l’imprenditore più onesto ed estraneo ai malcostumi da prima Repubblica. L’hanno rovistato da cima a fondo ed è sempre uscito pulito. Facciano pure, anzi meglio».
Come meglio?
«Gli italiani più guardano Berlusconi ai raggi X più comprendono che di lui ci si può fidare».
Gli uomini vicini a Fini dicono che la tesi del complotto è infondata. Come valuta la presa di distanza?
«Si convinceranno tutti che è così. Se n’è accorto pure D’Alema... ».
I cosiddetti «salotti buoni» sono sempre stati ipercritici con Berlusconi. Perché?
«Perché Berlusconi non ne fa parte. Lui avrebbe il physique du rôle per fare il capo della sinistra, non della destra».
Questa poi.
«Ma certo, è figlio di mamma Rosa: Italia semplice, antifascista, condominio di periferia, lontana anni luce dal salottame che mangia nouvelle cuisine e che vota a sinistra».


Lo considerano un parvenu?
«C’è una sorta di razzismo snob nei confronti di Berlusconi: offendendo lui offendo l’Italia vera che è come lui».
L’Udc e la politica dei due forni: pagherà o sarà scissione?
«Ma come fanno a tenere insieme un partito che a Torino va con il Pd e in Campania con il Pdl?».

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