Nanni Scaglia
Max Biaggi in SBK, Sete Gibernau a casa: i rivali storici di Valentino Rossi appartengono ormai al passato della MotoGP, senza troppi rimpianti per il campione di Tavullia. «Da quando non ci sono più certi personaggi, il rapporto tra noi piloti è sicuramente migliorato» aveva detto Rossi durante il Gp del Portogallo, riferendosi chiaramente ai due, a Biaggi e Gibernau. Ma se con Max i diverbi si sono affievoliti con il passare del tempo, con Sete sono cresciuti stagione dopo stagione, con lo spagnolo fatto a pezzi, in tutti i sensi, da Valentino. E così, dopo che nel 2003 e nel 2004 Gibernau era stato il principale antagonista di Rossi, l'unico in grado di batterlo in qualche occasione, nei due anni successivi Sete è scomparso, annientato psicologicamente da Vale e da una pressione troppo grande per lui, che ha così deciso di dire basta con le cadute, gli infortuni, i litigi e le polemiche che hanno contraddistinto gli ultimi 24 mesi della sua carriera.
«Sono orgoglioso di quello che ho fatto - ha detto ieri Sete tra una lacrima e l'altra in una conferenza stampa a Barcellona -, ma adesso ho deciso di ritirarmi. È stata un'esperienza incredibile e mi ha regalato momenti indimenticabili: sono arrivato più lontano di quanto avessi immaginato. Mi considero un vincente, non ho mai corso per denaro e non intendo farlo ora: per questo dico basta». Nato a Barcellona il 15 dicembre di 34 anni fa, discendente da una famiglia nobile, Gibernau arriva al mondiale nel '96 e dal 1997 corre nella classe regina. All'inizio, con le 500, Sete è un pilota mediocre, incapace di sfruttare le incredibili occasioni che gli capitano. Con l'avvento della MotoGp e delle quattro tempi, Gibernau diventa finalmente protagonista e con la Honda del team Gresini conquista ben otto successi e il titolo di vice campione del mondo per due volte consecutive. Ma in Qatar, dove Sete ottiene nel 2004 il suo ultimo successo, la finta amicizia con Valentino si rompe, con Rossi che lo accusa di essere un falso e una spia. Gibernau viene schiacciato dal carisma del rivale, non ne combina più una giusta e nel 2006 gioca la carta della Ducati. Loris Capirossi, il compagno di squadra, lo batte regolarmente ed è proprio Sete a provocare involontariamente il terribile incidente di Barcellona, dove si fanno male i due piloti della Ducati e Melandri.
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