I neurochirurghi del Policlinico glielavevano promesso due giorni dopo lincidente: «Sua moglie se la caverà» e laltro giorno per Gianpalo Vittorelli la prima promessa è diventata una certezza. Sua moglie Alessandra, caduta a terra durante un scippo, si è svegliata dal coma farmacologico in cui i medici lavevano tenuta nelle prime ore. Ora è il momento di credere nella seconda promessa: «Ci vorrà molto tempo, ma si riprenderà completamente».
Chi non ha fatto promesse, ma sta lavorando sodo, sono gli uomini della squadra mobile che da giovedì 26 gennaio stanno cercando i due giovani in scooter che hanno fatto cadere da donna durante un tentativo di scippo. Hanno acquisito le immagini di un gran numero di telecamere attorno a piazza della Repubblica, luogo dellaggressione, ma al momento non è stata individuata alcuna coppia che corrisponda alle descrizione dei testimoni, una signora di 44 anni e una ragazzo di 17.
Alessandra Galdabini, 53 anni, quel giorno era uscita poco dopo le 18.30 dalla Microsys, società di informatica che gestisce insieme al marito, di via Antonio da Recanate, a due passi dalla stazione Centrale. Qualche centinaio di metri in bicicletta, poi lagguato. Due giovani in scooter tentano di strapparle la borsa dal cestino davanti al manubrio. La vittima resiste e cade a terra. Forse anche trascinata per qualche metro. Poco dopo Gianpaolo Vittorelli, suo coetaneo, non vedendola rientrare nella loro casa presso il Piccolo teatro, la chiama al cellulare e gli risponde un poliziotto. La donna è stata portata al Moreggia, reparto di neurorianimazione del Policlinico, dove viene raggiunta dal marito e dalla due figlie, Margherita e Lulù. La terza ragazza, Maria Teresa è a Londra e rientrerà precipitosamente il giorno dopo.
Le prime ore sono di disperata attesa, Alessandra viene tenuta in «coma farmacologico» un passaggio obbligato quando un paziente subisce un trauma cranico di questa importanza. Il marito presidia la sala dattesa quasi ininterrottamente. È un uomo sereno, sorridente persino nella tragedia. «Non serve piangere o disperarsi». Accoglie con gentilezza la piccola processione degli amici a cui sembra sia lui a fare forza. E quella, meno gradita forse, dei giornalisti. Ai quali riserva toni mai banali: «Non chiedo vendetta anzi quasi non mi importa che la polizia prenda quei due ragazzi. Il mio unico pensiero è che Alessandra si riprenda. Tutto il resto è secondario». Entra solo un paio di volte a vedere la moglie: «Cè poco da vedere, una persona che dorme». E lui fuori attende il suo risveglio. Sabato dopo due giorni di osservazione, i medici si sbilancio per la prima volta. È lui stesso a riferirlo: «Mi ha detto che se la caverà, anzi che tornerà come prima. Ci vorrà una lunga riabilitazione, ma riavrò la mia Alessandra». E laltro giorno il primo passaggio: i medici sospendono la somministrazione dei farmaci e la donna riapre gli occhi, guarda il marito e le tre figlie, annuisce ai loro saluti.
Si sveglia dal coma la manager scippata
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.