A questo punto siamo a un bivio: lo so che noi laziali potremmo prenderla al solito modo, guardando coshanno fatto i nostri amici lupacchiotti a Udine e alla dire che - massì, in fondo - non è stata proprio una domenica da buttare. Ma visto che un paio di settimane fa si parlava di scudetto, dobbiamo decidere: o siamo una grande squadra, o ci accontentiamo di vivere bene come al solito. Insomma: Zarate sè spento, Rocchi è già fuori di nuovo, Pandev non è pervenuto, in pratica i nostri fenomeni già non girano più. E allora: vogliamo parlare della Roma? Per carità la tentazione cè, io so che stamattina col cornetto in mano in fondo guarderemo la foto di Spalletti sui giornali e sorrideremo. Però, pensiamoci: siamo la Lazio, quella Lazio che fino a quindici giorni fa sembrava uno squadrone. Possiamo accontentarci? Ieri il nostro presidente ha trovato tutte le scuse possibili: le occasioni del primo tempo, lautogol alla Fantozzi, la sfortuna cosmica. Però, presidente Lotito, ci pensi anche lei un attimo: davvero non potevamo fare di più? Io dico di sì e sarebbe il caso che tutti noi biancoazzurri pensassimo allo stesso modo: non possiamo più accontentarci.
Questo non vuol dire che Rossi e la squadra sono da crocefiggere, per carità: se alla vigilia del campionato ci avessero predetto i risultati fin qui arrivati avremmo firmato in bianco. Però tutti noi - squadra e società compresa - dobbiamo convincerci una volta per tutte: la Roma non esiste più. Roma siamo noi: torniamo a dimostrarlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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