La siccità brucia il 40% dei raccolti

Lunedì vertice in Regione col ministro De Castro. Dopo la secca, oggi torna l’acqua nei Navigli

I danni provocati all’agricoltura lombarda dalla siccità e le misure straordinarie da assumere saranno discusse lunedì in Regione dal vicepresidente e assessore all’Agricoltura Viviana Beccalossi e dal ministro alle Politiche agricole Paolo De Castro. Il ministro, che parteciperà alla sottoscrizione dell’Accordo per lo sviluppo e le garanzie alle imprese agricole, incontrerà dunque anche i rappresentanti locali del settore. Che non mancheranno di denunciare la grave crisi che stanno subendo a causa del caldo. Beccalossi giudica «un significativo passo avanti» la richiesta avanzata ieri dal ministro De Castro di sbloccare i fondi per il piano irriguo nazionale, che porterebbe in Lombardia circa 150 milioni di euro per una ventina di progetti, soprattutto di ammodernamento e miglioramento dei canali di irrigazione. «Siamo soddisfatti - afferma l’assessore -, è in linea con quanto stiamo sollecitando da tempo. E lunedì affronterò col ministro anche le tematiche legate alle criticità di questi giorni e gli eventuali provvedimenti straordinari che potrebbero essere presi a fronte di una situazione che in Lombardia si sta facendo difficile». Regione e associazioni agricole valuteranno se dichiarare lo stato di calamità naturale.
La situazione delle risorse idriche nella regione è grave: il lago Maggiore è sotto di 20 centimetri allo zero idrometrico mentre il lago di Como sfiora appena lo zero. Le produzioni, specie di mais e grano, sono al collasso, la Coldiretti denuncia la perdita del 40% dei raccolti, 28 milioni di euro di colture. Da oggi invece torna l’acqua nei Navigli Grande, Bereguardo e Pavese, in asciutta totale da giovedì per lavori di manutenzione urgente. Confagricoltura di Milano e Lodi ha deciso ieri di rivedere le richieste di pagamento dei canoni per l’acqua nei confronti dei Consorzi di bonifica e irrigazione.

La protesta, inviata per lettera al Consorzio Villoresi e all’assessorato regionale, risiede nella «perdurante siccità che sta compromettendo ogni redditività delle aziende agricole», e gli agricoltori «si riservano di intraprendere nelle sedi opportune ogni azione a tutela dei legittimi interessi, perché qualcuno dovrà farsi carico della pessima gestione delle riserve idriche».

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