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Sicilia, cede un pilone del viadotto

Una donna di 32 anni che viaggiava con i suoi due figli, è rimasta ferita nel "collassamento" del viadotto della Caltanissetta-Gela, ferito anche un motociclista. Indaga la procura. Lavori finiti 3 anni fa

Sicilia, cede un pilone del viadotto

Caltanissetta - Una donna di 32 anni, Monia Greco, che viaggiava con i suoi due figli, è rimasta ferita nell’incidente provocato dal cedimento del viadotto della Caltanissetta-Gela. I medici le hanno riscontrato una «frattura da scoppio» di due vertebre dorsali. Illesi i bambini. Frattura al braccio, invece, per il motociclista finito anche lui contro quella sorta di gradino creato dal cedimento. Il conducente della moto è un poliziotto di 28 anni, Gaetano Curasi.

Il cedimento sarebbe avvenuto perché la trave che poggia sul pilone avrebbe avuto una forte escursione orizzontale, «sganciandosi» dall’appoggio e creando un fenomeno di torsione. In pratica - riferiscono alcuni testimoni, automobilisti che transitavano nel momento del cedimento - il tratto di carreggiata poggia solo da un lato, a un’altezza di circa 90 metri, come se penzolasse. Il viadotto si trova poco prima del bivio che porta a Butera, al Km 42. Sul luogo ci sono i vigili del fuoco, mentre polizia e carabinieri bloccano l’accesso al viadotto da entrambi i lati. Un operatore dell’emittente Canale 10, Antonio Burgio, che si trova sul posto, ha girato alcune immagini nelle quali «si vede - dice al telefono - il cedimento del pilone, che appare non allineato con gli altri. Da una parte il viadotto ha una normale area di appoggio sul pilastro - spiega - dall’altra l’area d’appoggio è ridottissimma e, inoltre, tra la trave e il pilone manca quel cuscinetto di metallo posto per dare elasticità alla struttura». «Non sono un tecnico - conclude Burgio - e non sono in grado di stabilire se esiste un rischio di crollo, ma resta l’assoluto divieto di accesso al viadotto». La Statale è la 626 e non la 646 come detto in precedenza. L’ultimo tratto della Caltanissetta-Gela è stato inaugurato il 14 febbraio 2006.

Indaga la Procura È stata affidata al pm del tribunale di Gela, Monia di Marco, l’indagine sull’improvviso cedimento. Magistratura e carabinieri attendono i risultati dei sopralluoghi di Vigili del fuoco e Genio civile prima di formulare un’ipotesi investigativa. Ai cronisti che hanno chiesto se anche per quest’opera (come per il palazzo di giustizia di Gela e la diga foranea del porto-isola) potrebbe essere stato utilizzato calcestruzzo depotenziato, gli inquirenti hanno risposto che al momento non ci sono elementi tali da indurre a formulare questo sospetto. Si guarda piuttosto a un possibile cedimento del terreno su cui poggiano due dei piloni più alti del viadotto.

Inchiesta dell'Anas Il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, ha nominato una commissione per accertare le cause del movimento dell’impalcato e ha espresso "preoccupazione e sollecita attenzione ai feriti, nella speranza di un pronto miglioramento delle condizioni". Il movimento dell’impalcato si è verificato al km 48 della Statale 626 e "ha creato - spiega la nota dell’Anas - una sorta di gradino di qualche centimetro sulla carreggiata. Il viadotto, lungo circa 1500 metri e alto oltre 80 metri, è stato interdetto alla circolazione in entrambe le direzioni".

Matteoli: "Un evento inaccettabile" "Quanto accaduto al viadotto sulla Gela-Caltanissetta è gravissimo. Non è accettabile che un’opera inaugurata solo nel 2006 possa subire una crisi strutturale così dirompente". Lo dichiara il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. "Sono in corso - aggiunge Matteoli in una nota - più inchieste e quindi non intendo entrare nel merito degli accertamenti, ma ho subito richiesto al presidente dell’Anas una immediata e capillare descrizione delle cause che hanno determinato il cedimento del viadotto. Contestualmente, ho dato mandato agli uffici competenti del mio dicastero di verificare tutti gli atti e le procedure sull’affidamento dell’opera, sulla sua realizzazione e quindi sul suo collaudo. In questi casi, le commissioni d’inchiesta hanno giustamente una funzione mirata alla identificazione di eventuali responsabilità, invece il ruolo del ministero deve mettere in essere le azioni necessarie per evitare il ripetersi di simili eventi". "Questo monitoraggio e questa vigilanza, sin dall’inizio del mio mandato - prosegue il ministro - sono stati indicati agli uffici competenti del dicastero e dell’Anas e mi risulta che già l’Anas ha avviato apposite indagini in tal senso. È mia intenzione - aggiunge Matteoli - verificare la possibilità di nominare un commissario, in modo da appurare e riferire le risultanze del cedimento e contestualmente assumere iniziative per fluidificare il traffico su un’arteria essenziale per i collegamenti meridionali della Sicilia.

Intanto - conclude Matteoli - desidero inviare alle persone rimaste ferite gli auguri più fervidi di pronta e completa guarigione".

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