No, non è razzismo. È amore. È amore per il Sud, per la dignità dei siciliani, per non restare impantanati nei vecchi errori, non vivere di assistenza, statalismo, posti pubblici pre elettorali, clientes e poltrone. Il governo democristofiniano in salsa rossa di Lombardo accusa i quotidiani del Nord di razzismo contro la Sicilia. Parla di campagna di fango. Non è questo. Semmai è il contrario. È salvare il Sud dalle tentazioni clientelari del Mpa. L’assessore alla Sanità della Regione, l’ex magistrato antimafia Massimo Russo, si sbaglia. Non c’è nessun piano politico. Non ci sono «padrini» e «servi sciocchi». Ci sono solo alcune domande e un po’ di cose che non tornano.
L’Italia sta faticando per tenere i conti pubblici sotto controllo. È dura. Ma è l’unica speranza per abbassare le tasse, soprattutto quelle sui salari, e tirarsi fuori da questa crisi melmosa. Il prezzo è alto. La cultura piange. Pompei frana. I poliziotti restano senza benzina. I magistrati si ritrovano con la rete informatica in tilt. I ricercatori dell’università, a torto o a ragione, salgono sui tetti. Gli statali bestemmiano sulla busta paga. Tremonti chiede sacrifici a tutti. Questa non è una scelta, ma una necessità. Poi si guarda in Sicilia e in Calabria e spunta un clima da festa pre elettorale.
Lombardo ha appena pubblicato un bando per 8.400 stagisti da impiegare per un anno, a 500 euro al mese, in enti locali, fondazioni e associazioni no profit. Il costo è di 6,5 milioni di euro. La notizia ha provocato la reazione di Brunetta, sindacati e industriali. Tutti parlano di precarizzazione e spese difficili da giustificare. Ivan Lo Bello, presidente della Confindustria siciliana, ci va giù pesante: «La situazione è drammatica. Qui un giovane su due non lavora. Il problema non si risolve regalando un sussidio a chi ha frequentato le segreterie politiche, danneggiando tutti gli altri giovani. La migliore lotta alla mafia che la politica può portare avanti è abbandonare il sistema assistenziale e puntare sul mercato per creare lavoro stabile. Non servono mance e clientele».
È questo il punto. Uno legge quello che accade in Sicilia, fa i conti con la benzina dei poliziotti, e si chiede se c’è qualcosa che non funziona. Questa storia poi arriva dopo il bando per i 4.000 posti negli ospedali, la riduzione delle tasse e l’allargamento dell’esenzione del ticket. Quanti in Sicilia possono non pagare il ticket? Il 65 per cento. Non è razzismo. È che ti viene da farti certe domande. Chi paga tutto questo? L’assessore Russo si arrabbia e dice che questi nuovi posti sono frutto della gestione sana e virtuosa della sanità siciliana. In meno di due anni sono rientrati dal buco colossale del passato e ora hanno un cospicuo tesoretto da spendere. È vero che mancano infermieri, vero che Russo ha scelto la strada della trasparenza e che da 10 anni non si fa un concorso. Qualche dubbio però resta. Anche in Sicilia.
In redazione arriva la telefonata di un dirigente sanitario. È uno del Pd. Chiede di restare anonimo perché teme ripercussioni sul lavoro. Spiega quello che sta accadendo. «È strano, ma il governo siciliano prima di pubblicare il concorso doveva fare un bando di mobilità. Se ne è dimenticato». Di che si tratta? È un bando per dare la possibilità a chi fa il medico o l’infermiere ad Aosta, Bergamo o Salerno o qualsiasi posto extrasiciliano di chiedere il trasferimento. Prima di assumere giù, chiedete se nel resto d’Italia c’è qualcuno disposto a lavorare in Sicilia. È un modo per far tornare a casa gli emigranti. Il governo Lombardo ha fatto finta di nulla. Questo ha messo in fibrillazione i siciliani della diaspora. Temono che la dimenticanza serva a favorire le clientele. I quattromila posti, sospettano pensando male, sono già assegnati. Ma la lettura può anche essere un’altra. Lombardo sa che il concorso può essere impugnato. La dimenticanza però è un’arma in funzione elettorale. Spieghiamo. Se non c’è ricorso il leader del Mpa fa felici 4.000 persone.
Se viene bloccato può dire a tutti i siciliani: vedete? Io volevo darvi il lavoro, il Nord razzista ve lo ha tolto di bocca. Se davvero fosse così sarebbe una miseria. È un dubbio, per carità. Ma una domanda resta: chi pagherà la festa siciliana del governo Lombardo? Questa volta tocca a lui.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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