Se continuate a comprare, specialmente oggetti inutili. Se non riuscite a buttare, specialmente le carte delle caramelle. Se in casa vostra non c'è più un angolo libero, e neanche in quella dei genitori, in quella del fidanzato e in quella dei suoceri. Allora siete accumulatori geneticamente ossessivi, cioè siete affetti dalla sindrome da cianfrusaglie, e non è questione di poco conto: è una mania iscritta nel dna. Quindi la soffitta sarà sempre piena, e così la cantina, le mensole, il soppalco; quindi continuerete a soffrire ogni volta che vi toccherà liberare qualche centimetro di scaffale e gettare un souvenir inguardabile o una cartolina di 15 anni fa nella spazzatura. E continuerete a far penare chi vi sta accanto con acquisti sconsiderati e invadenti (in senso materiale).
In ogni caso, la colpa è degli antenati. La «sindrome da soffitta piena», di cui pare soffra l'1-2% della popolazione, si trasmette nei geni. Lo dice uno studio pubblicato sull'«American Journal of Psychiatry»: la disposofobia, uno dei nomi usati per la malattia, dipende dai geni. La ricerca è stata condotta su oltre cinquemila gemelli dal gruppo di David Mataix-Cols del King's College di Londra. Gli esperti hanno visto che, mentre le coppie di gemelli omozigoti, che hanno identico dna, in oltre un caso su due condividono la disposofobia, tra gemelli eterozigoti questa corrispondenza non si riscontra. Può nascondere ansie e insicurezze e l'incapacità di essere selettivi, ma la sindrome della soffitta piena toglie davvero il fiato: porta a stipare la casa di oggetti e carte di ogni genere del tutto privi di qualsiasi utilità. Solo all'idea di buttare qualcosa c'è da sentirsi male, la frase tipica del maniaco delle cianfrusaglie è: «Meglio tenerla, potrebbe sempre tornare utile in futuro».
E ora la sindrome potrebbe essersi aggiornata, con una versione digitale, quando l'accumulo divora giga e gigabite del pc, riempiti di file inutili. Per capire che cosa porti gli individui a diventare così maniacali gli esperti britannici hanno usato la classica metodologia di indagine che consente di discernere tra le cause ambientali (educazione, abitudini in casa, comportamento degli adulti con cui si cresce, traumi) e quelle genetiche (predisposizione ereditaria per la sindrome), cioè si studiano coppie di gemelli identici e non. I primi hanno uguale dna, per cui in generale se uno ha una patologia e il fratello no si è portati a pensare che la differenza sia imputabile all'ambiente e non ai geni. I gemelli eterozigoti invece hanno dna simile ma non uguale quindi, se condividono un disturbo comportamentale e psicologico è probabile che vi sia una causa ambientale e non genetica. Ora i ricercatori hanno scoperto che tra i gemelli identici è molto comune che, se uno ha la sindrome della soffitta, ne soffra anche l'altro: la probabilità è del 52%, molto alta, quindi per metà questa sindrome è legata ai geni.
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