Sigillato lo stadio Olimpico, pronti anche gli elicotteri

Il rilancio della coppa Italia è servito. La federcalcio può dirsi soddisfatta: stavolta la finale conta per davvero, anche se di calcio sentiremo parlare poco. Dopo il pollice di Totti, la resa laziale e i proiettili in busta indirizzati a Lotito c’è attesa per la quarta tappa dello sceneggiato. Una faccenda di rancori e tifo contro che qui, a Roma, accende gli entusiasmi come e più di una vittoria. E siccome le radio locali (in pratica chi detta la linea) danno per certo l’infiltrazione di duemila tifosi della Lazio tra gli interisti, c’è già chi pronostica guerriglia urbana. La situazione è risaputa: i romanisti ce l’hanno con l’Inter che «si deve vergognare» e con la Lazio che gli ha tolto lo scudetto. Ma ora anche l’Inter comincia ad averne le scatole piene della Roma e del piagnisteo della Sensi. In mezzo ci sono, eccome, i laziali che ce l’hanno con Mughini per l’anatema pronunciato a Controcampo («devono marcire in B per molti anni») e sperano in un altro passo falso dei cugini per far festa/casino all’Olimpico fino all’alba. Con la benedizione del calcio giocato.
Nell’attesa del partitone si segnalano le preventive ispezioni attorno allo stadio Olimpico e l’ottimismo del capo di gabinetto della Questura romana, Filippo Santarelli che auspica «un incontro all’insegna del divertimento e della tranquillità per tutti gli spettatori». Proprio come pronosticato alla vigilia dell’ultimo derby di fuoco, quello del tifoso della Lazio in prognosi riservata e dell’auto in fiamme con una donna e due bambini dentro salvi per miracolo.
Le prime avvisaglie si sono registrate già ieri in tarda serata, quando gli ultrà romanisti si sono radunati di fronte all’hotel dove alloggia la squadra dell’Inter. Il gruppo ha lanciato slogan contro i nerazzurri, ma è stato subito allontanato dalla polizia.
«La situazione sarà sorvegliata da un elicottero che nel caso potrà girare le immagini in questura per la valutazione - fa sapere Santarelli -. Saranno impiegate la polizia stradale e ferroviaria per assicurare un sicuro e tranquillo percorso ai tifosi». Il piano sicurezza prevede già da questa mattina alle 6 un trionfo di carri attrezzi in zona Flaminio, la presenza di agenti in borghese fuori lo stadio di supporto a quelli in tenuta antisommossa che saranno all’interno. Poliziotti che dovranno affiancare i seicento steward e i reparti della guardia di finanza, dei carabinieri, della polizia municipale e i vigili del fuoco. Alla faccia di chi sogna il ritorno delle famiglie allo stadio. I sedicimila tifosi interisti dovranno accedere allo stadio dalla zona nord, mentre i romanisti, come sempre dalla zona sud.
Ma a sentire la polizia stavolta non dovrà mancare il coraggio di spostare la partita addirittura alle 15. «La tensione dopo la partita di domenica scorsa ha raggiunto il limite di guardia - si legge in un comunicato del sindacato Consap -. Per domani abbiamo il timore di scontri in tutta la città sia tra le opposte tifoserie che con gli ultrà laziali. Un impegno ingente che gli uomini del Reparto Mobile si apprestano ad affrontare con la consueta professionalità, ma un po’ di coraggio in più non guasterebbe. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica imponga un diktat per ragioni di ordine pubblico che faccia disputare la partita in un orario pienamente diurno». La spiegazione è tutta nel deflusso, il momento critico, quello della battaglia. «L’uscita dallo stadio degli spettatori deve avvenire in pieno giorno, avendo così la forza di non cedere alle pressioni delle televisioni commerciali e delle due società sportive - prosegue la polemica nota sindacale -.

La recente esperienza del derby della capitale ha dimostrato che il favore delle tenebre rende più sfrontati gli ultrà, che oltretutto sfruttano la scarsa illuminazione per nascondere armi per ferire e uccidere, come accette e coltelli viste da tutti sui tavoli della Questura dopo il derby». E poi se la prendono con Mourinho che non ama troppo il calcio italiano.

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