Con Silvio altri due deputati Bossi: «Al voto e vinciamo»

nostro inviato a Lisbona

«Del partito e delle sue beghe interne non ne voglio più sentir parlare. Scannatevi fra voi, ma lasciatemi fuori perché ora mi devo concentrare esclusivamente sull’attività di governo e sul voto di fiducia del 14 dicembre. Se poi saremmo costretti ad affrontare una campagna elettorale, allora ragioneremo sulle nuove iniziative». Taglia corto Silvio Berlusconi. E con i tanti che in mattinata gli chiedono conto dei rumors degli ultimi quindici giorni che raccontano di un Cavaliere convinto della necessità di un restyling del Pdl si limita a risposte evasive. Ma che il progetto sia in piedi lo confermano non solo gli studi e i sondaggi che il premier ha commissionato su nuovo nome e nuovo simbolo, ma anche l’intenzione di rinviare a data da destinarsi i congressi del partito che l’ultima Direzione nazionale aveva messo in calendario tra dicembre e gennaio. Al massimo, si faranno solo quelli regionali. Per gli altri si vedrà. Questo, almeno, avrebbe detto Berlusconi durante gli incontri e le telefonate della mattinata, quando ha visto Antonio Martino, accompagnato dal deputato Giuseppe Moles, e sentito tra gli altri Sandro Bondi e Denis Verdini.
Risposte evasive quelle del Cavaliere anche per evitare di accendere nuovi fuochi dentro al partito, visto che i vertici di via dell’Umiltà non sono affatto convinti dall’idea di mettere in cantina il Pdl. «Il simbolo - si limita a dire La Russa - lo trovo efficace, anche Bossi ce lo invidia». Sarà. Di certo c’è che con Martino, azzurro della primissima ora, il Cavaliere si congeda con un eloquente «se potessi rifarei Forza Italia».
Così, anche prima di salire sull’Airbus che lo deve portare a Lisbona per il vertice della Nato, Berlusconi torna a occuparsi dei numeri di Camera e Senato in vista del voto del 14 dicembre. Pionati, intanto, spiega che Maurizio Grassano «formalizzerà nei prossimi giorni l’adesione ad Alleanza di centro» e che «entro fine mese arriverà un altro deputato». Mentre a Milano l’assessore alla Sanità Giampaolo Landi Di Chiavenna lascia il Fli e annuncia che alle prossime elezioni sosterrà la Moratti. E che il clima tra i finiani lombardi non sia dei migliori lo testimonia Barbara Ciabò, consigliere comunale di Milano che accusa Daniela Santanchè di averla cercata di convincere a rientrare nel Pdl. Circostanza che il sottosegretario smentisce categoricamente: «Non abbiamo bisogno del pallottoliere, a noi interessa la maggioranza politica non quella numerica».
E anche Umberto Bossi sul punto è categorico: «Escludo compravendita di parlamentari da parte della Lega e anche del Pdl. Berlusconi non è capace di comprare la gente». Anche se secondo il Senatùr il Cavaliere dovrebbe dimettersi anche nel caso in cui ottenga una fiducia risicata. «Se è saggio - dice - va al voto e torna più forte di prima, perché prenderebbe un sacco di voti». Un consiglio che almeno per il momento il premier non sembra interessato a seguire, visto che in caso di fiducia risicata la strada sembra quella di un rimpasto per puntellare l’esecutivo, aprendo al Fli e all’Udc sulle nove poltrone di governo attualmente vacanti.
Resta in salita, invece, la via del governo tecnico. L’asse Pdl-Lega, infatti, regge al punto che Roberto Maroni taglia la testa anche all’ipotesi di un esecutivo ponte guidato da Giulio Tremonti.

Un nome sulla quale il Carroccio avrebbe potuto convergere, assolutamente papabile per uno schieramento di salute pubblica che si proponga di superare la crisi. «Tremonti - dice il ministro dell’Interno - sarebbe un ottimo premier, ma questo può avvenire solo dopo le elezioni».

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