nostro inviato a Taormina (Messina)
Quando giovedì scorso Berlusconi ha detto chiaro e tondo in Consiglio dei ministri che i cinque siciliani fuoriusciti dall'Udc sono «già andati dal notaio a firmare l'atto di nascita di un nuovo partito», Alfano non ha potuto che mettersi le mani sul viso in segno di rassegnazione. Ci sono cose, avrà pensato il Guardasigilli, che sarebbe bene non pubblicizzare. E più o meno la stessa espressione, ma per ragioni ben diverse, l’ha fatta il Cavaliere ieri dopo essersi letto l'intervista in cui Miccichè annunciava l'intenzione di lasciare il Pdl e fondare il Partito del popolo siciliano. Un'uscita che in aereoil premier non esita a definire intempestiva, sbagliata nei tempi (visto la trattativa in concorso con l'Mpa di Lombardo a livello nazionale) e nei modi (perché non si può dare del fascista a La Russa che del Pdl è uno dei coordinatori). Più o meno quello che in chiaro dice anche la Prestigiacomo, forse l'ultimo dei pontieri nella faida tutta siciliana tra Micciché da una parte e Schifani e Alfano dall'altra. Ed è soprattutto la tempistica a preoccupare Berlusconi. Che dal palco della festa nazionale della Destra ribadisce che «alcuni parlamentari siciliani » che «non sono d'accordo con la politica del loro partito» stanno «pensando di dar vita a una nuova formazione politica». Il riferimento, ovviamente, è al gruppo centrista guidato da Romano. Anche se l'operazione sarebbe di ben più ampio respiro. E dovrebbe coinvolgere anche Campania, Calabria e Puglia in modo da dar vita a un vero e proprio partito del Sud. Il nome? Ci sono diverse ipotesi, da Alleanza per il Sud a Popolo del Sud. D'altra parte, non è un caso che prima di venire ribattezzato dai giornali «gruppo di responsabilità nazionale» l'ipotetica pattuglia cuscinetto per far fronte al Fli alla Camera si chiamasse proprio «gruppo meridionalista». Un'operazione benedetta dal Cavaliere maci tiene a ripetere il premier nelle sue conversazioni private - frutto dell'insoddisfazione di molti parlamentari verso i loro partiti e non certo pilotata dall'alto. Ovvio però che Berlusconi non si tiri indietro. Tanto che se ieri è sceso a Taormina per la festa del partito di Storace e Buontempo oggi interverrà telefonicamente a quella di Noi Sud a Summonte, vicino Avellino. Aperta ieri proprio da Fitto, il ministro che si sta occupando di quel Piano per il Sud - 100 miliardi di euro tra fondi europei, varie ed eventuali - che sarà uno dei cinque punti che il premier illustrerà in Parlamento il 29 settembre. Insomma, l'attenzione di Berlusconi per il Mezzogiorno non è mai stata così alta. Al punto che ieri ha incontrato i vertici siciliani del Pdl Vizzini, Castiglione e Firrarello. Nonché il governatore Lombardo cui ha assicurato che l'uscita di Micchiché «è stata un errore». Insomma, un tacito via libera al leader dell'Mpa che vuol dar vita a una nuova giunta regionale con finiani e Pd. Purché l'Mpa appoggi il governo a Roma. E con la soddisfazione di poter rinfacciare al presidente della Camera quello che da tempo pensa: ormai fa il gioco dell'opposizione, in Sicilia ci va pure a braccetto. Insomma, se la via del gruppo autonomo a Montecitorio sembra impraticabile, è decisamente più in discesa l'ipotesi di un nuovo partito tutto sudista. In cui magari converga pure il Pri di Nucara che la prossima settimana sarà nuovamente a Palazzo Grazioli. Di qui l'attenzione quasi maniacale che Berlusconi sta mettendo in queste ore al Piano per il Sud. E l'ipotesi sempre più gettonata è che al ministero dello Sviluppo possa finirci proprio Fitto, in modo da dare un concreto segnale di svolta. Ed è per la stessa ragione che il siciliano Musumeci, vicesegretario della Destra, potrebbe entrare nel governo come sottosegretario.
Un'operazione che punta sì a catalizzare consensi sul governo, ma che vuole anche riequilibrare un esecutivo che in questi due anni è stato decisamente a trazione leghista. Si dovesse andare al voto anticipato - l'ipotesi di elezioni a marzo non è affatto tramontata - la cassaforte dei voti del Pdl resta pur sempre il Sud. E la Sicilia in particolare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.