Roma - Scuote la testa Berlusconi. Un po’ per le pessime notizie che arrivano da piazza Affari con il differenziale tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco che sfonda la barriera dei 410 punti; un po’ per le opposizioni, Di Pietro in testa, che invece di agire per l’interesse del Paese lavorano solamente per abbatterlo. «Al posto di pensare all’Italia pensano soltanto a come farmi fuori. Irresponsabili». Il riferimento è alla decisione del leader dell’Italia dei valori di spedire a Bruxelles una «contro lettera» con le proposte dell’opposizione, volta a gettare discredito sull’operato di questo governo.
Per quanto riguarda la speculazione finanziaria, il Cavaliere mastica amaro perché di fatto in Borsa vengono bruciate montagne di quattrini. Un guaio in più visto che le casse dello Stato già languono e il premier continua a scacciare con fastidio l’ipotesi di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. La crisi dimostra ancora una volta che il problema è europeo e non italiano, anche se il nostro Paese viene considerato l’anello debole della catena nonostante i fondamentali siano migliori di quelli di altri partner dell’Eurozona. Berlusconi prepara la trasferta del G20 a Cannes, in programma domani e dopo, con le stesse aspettative e speranze delle altre eurocapitali: trovare un piano per ricapitalizzare il sistema bancario europeo in vista di ipotesi funeste. «Siamo tutti sulla stessa barca» è il pensiero del Cavaliere che riconosce e ripete che è l’Europa a essere colpita da una crisi di fiducia e non soltanto l’Italia.
Tuttavia, di certo il premier non minimizza la posizione delicata di Roma ma sul fronte interno continua a ostentare ottimismo. «Dobbiamo rispettare gli impegni presi con l’Europa», ripete ai suoi che si interfacciano con l’instancabile Gianni Letta, da sempre al lavoro senza sosta nel suo ufficio di Palazzo Chigi. Le misure per la crescita devono essere messe nero su bianco e un passaggio fondamentale dovrebbe avvenire già domani con la riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl. In quell’occasione si cercherà di fare ordine sulle proposte da mettere in campo e sul come raggiungere gli obiettivi. La speranza del Cavaliere è che proprio la gravità della situazione possa ricompattare la maggioranza, sempre scossa dalla turbolenza di qualche malpancista, e far cambiare atteggiamento all’opposizione. Magari con la moral suasion del Colle. Il mood del Cavaliere resta quello di uomo determinato ad andare avanti. Nessun passo indietro, anzi; se possibile una sfida nei confronti di chi gli chiede di farsi da parte, presentandosi alle Camere il 9 e 10 novembre.
L’agenda è nota anche se la stessa potrebbe subire ritocchi: entro il 15 novembre il varo della revisione dell’utilizzo dei fondi strutturali e per le Regioni; entro il 30 mutui agevolati per i giovani; entro il 31 dicembre misure per l’occupazione giovanile e femminile. A fine gennaio il grande piano per le privatizzazioni dei servizi pubblici locali con introduzione di un «sistema di garanzia» per la qualità del trasporto pubblico. Poi toccherà alla previdenza e alle liberalizzazioni. Per fare tutto ciò, programma ambizioso e delicato, questa volta il premier punta sulla concertazione tra i suoi ministri, con la speranza di un rinnovato atteggiamento di apertura del suo ministro dell’Economia.
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