Il sindaco degli editti elettronici «Clandestini liberi di stuprare»

Il tazebao elettronico di protesta l'aveva già sperimentato in autunno, quando invitò gli abitanti di Montegrotto (Padova) a espatriare. «Vivrete meglio da immigrati in un'altra nazione che da cittadini nel vostro paese», aveva fatto scrivere sui tabelloni dove di solito scorre l'elenco dei servizi comunali.
Ora Luca Claudio, il sindaco della città termale recentemente transitato da Alleanza nazionale alla Destra, ha fatto il bis, dopo che un errore procedurale ha scarcerato un marocchino irregolare accusato di aver violentato una quattordicenne nella vicina Este: «Cari cittadini, i clandestini in Italia possono stuprare i vostri figli! La giustizia non c'é più!!!». I punti esclamativi sono tutti suoi.
Sindaco Claudio, sono davvero efficaci quelle scritte?
«Che quel clandestino abbia lasciato il carcere è un fatto intollerabile e agghiacciante. Il capo dello Stato e il governo hanno il dovere morale di risolvere il problema giustizia in Italia».
I suoi tabelloni aiutano a risolvere il problema?
«È un modo forte di portare l'attenzione sulla lotta all'immigrazione clandestina, ma non è soltanto una provocazione. La sicurezza è stato uno dei temi della campagna elettorale, il centrodestra ha vinto, adesso è il momento di agire. Una persona accusata di un reato così grave non soltanto è uscita di galera per un cavillo, ma nessuno ha fatto niente per il fatto che era un clandestino. Noi sindaci siamo stati i primi a porre la questione sicurezza in modo chiaro, adesso dobbiamo premere perché si cambino le leggi».
Punire i magistrati che sbagliano?
«Io non punto il dito contro pm, giudici o avvocati. È il nostro sistema giudiziario che ci rende ridicoli in tutto il mondo. La gente chiede conto a noi sindaci di questi problemi, e sono stufo di rispondere: è il sistema. Qualche tempo fa un clandestino irregolare è stato preso in flagranza mentre rubava in un capannone qui vicino; il mattino dopo i carabinieri erano ancora a scrivere il verbale e lui in piazza a bere il caffè. Non deve più succedere».
A Montegrotto funzionano le ronde e le ordinanze anti-sbandati?
«Incrociando dita, braccia, gambe, tutto, devo dire di sì. Le ronde, la telesorveglianza, il controllo negli appartamenti e le verifiche incrociate su proprietari e affittuari delle case sono importantissimi; fondamentale la nuova caserma dei carabinieri. Da noi i clandestini sono diminuiti: non vengono dove sanno di essere tenuti d'occhio. E i primi a esserne contenti sono gli stranieri in regola. I romeni che lavorano e si integrano ci accusano perché tolleriamo i rom, loro stessi li considerano delinquenti e sanno che vengono in Italia perché qui gli è permesso tutto».
Tre punti fermi che chiede al nuovo governo.
«Primo, certezza della pena. Secondo, lotta alla clandestinità e garanzia delle espulsioni. Terzo, riforma del sistema giudiziario. Basta con lentezze, decadenza dei termini, cavilli, eccetera».
Per Montegrotto sta studiando qualche ordinanza nuova, o aspetta che si muovano a Roma?
«Quel poco che noi sindaci possiamo fare, sul controllo del territorio e l'applicazione delle normative, lo stiamo facendo. Nei nostri poteri diretti altre cose fattibili mi sembra non ce ne siano. Adesso tocca al Parlamento».


Altre iniziative dei sindaci, manifestazioni, cortei come quello di Cittadella?
«In questo momento no, in realtà non ho mai troppo condiviso le dimostrazioni di piazza, anche se Massimo Bitonci (sindaco di Cittadella e neodeputato leghista, ndr) è un amico. Ho trovato molto più efficace, perché fa riflettere di più e anche oggi ne ho avuto un grande riscontro, questo modo di comunicare con i tabelloni elettronici comunali. Messaggi shock per scuotere dal torpore».

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