Cronache

Il sindaco mette fuori di casa i sospetti dell’opposizione

Se Gattatico ci cova in quel di Santa Margherita Ligure, il sindaco De Marchi mica ci sta a «ballare» in questa storia di un paio di case e box pertinenziali che lui avrebbe acquistato sottocosto nel reggiano da quella Cooperativa cui i Pii Istituti Riuniti avevano venduto il terreno per l'operazione immobiliare del «Carmine». Tremendo sospetto di scambi occulti e la minoranza ne chiede le dimissioni che lui respinge al mittente. Lui raduna le carte che squaderna e puntella, e contrattacca in cinque mosse: «Tutto raffazzonato e impreciso, notizie prive di riscontro. Ho sempre ispirato la mia vita a ideali di onestà e trasparenza» l'esordio. Urge comunicare urbi et orbi fatti, date e incarichi. Manifesti a colorare la città accanto a fiori di primavera? «Ci stiamo pensando», confessa l'assessore G.B. Raggi che s'è preso il pesante Gattatico da pelare di mettere in luce e, documenti alla mano, confutare. Mentre il proiettore spara sul muro un chiarissimo chi-ha-fatto-cosa-e-quando, nelle due versioni comparate, che il concetto deve essere chiaro chiarissimo. «Magari ci mettiamo proprio questo» butta lì il Raggi compiaciuto dell'operazione di fino da bilancio-man. Ops, date e incarichi non coincidono: «Il terreno alla Cooperativa non l'ha venduto De Marchi perché in quell'anno non era più presidente dei Pii Istituti - ingrandisce Raggi - e quando ha comprato a Gattatico non era ancora sindaco». Di più: «Altri appartamenti dello stesso complesso sono stati venduti ad una cifra inferiore di quella sborsata dal sindaco». Olio bollente. Ma De Marchi, da Dna, «osa» sicuro d'osare e porta il tutto in Procura: «Se verranno ravvisati motivi di illecito sono pronto a dimettermi». Mica finita che ce n'è per Gattatico e chi lo mena: «Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di querelare quanti hanno scritto e detto cose sulla faccenda perché lesive della mia immagine». Alzo zero, e come stupirsi. Ma a De Marchi piace acchiappare la gente e dirgliele in faccia le cose: «Convocheremo un consiglio comunale straordinario per raccontare i fatti nel dettaglio. Sono qui e non ho nulla da nascondere». E ancora: «Stiamo preparando un fascicolo con tutta la documentazione a disposizione in municipio per chiunque voglia sapere in massima trasparenza». In cantiere anche una commissione d'inchiesta comunale a rastrellare senza indugio perché il «così è se vi pare» accidenti de fa danni. «Se facessi il medico come qualcuno fa il mestiere di comunicare, non so quanti pazienti avrei» lo sfogo. Ma a sipario strappato va in scena la grande trasformazione della dialettica del confronto: «Perché tutto questo? La più plausibile è la ragione politica - sintetizza questo uomo da polis di lungo corso -.

Da un paio d'anni a Santa stanno cambiando molte cose, abbiamo alterato e scosso stasi ed equilibri, il che probabilmente infastidisce molto chi dell'immobilismo ha fatto la sua attività d'elezione».

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