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Il sindaco sceriffo resta un sogno

Sulle espulsioni più poteri ai prefetti. Ma il governo rinuncia al decreto legge. Cofferati: "Temi importanti: premier e Camere facciano in fretta"

Il sindaco sceriffo resta un sogno
Roma - Il pacchetto sicurezza del governo fornisce ai sindaci soltanto un’arma spuntata contro una criminalità sempre più agguerrita. Insomma non basta battezzarli «ufficiali di governo» per restituire città più sicure agli italiani. Dopo l’incontro a Roma col viceministro dell’interno Marco Minniti sono molti i primi cittadini a dirsi delusi dal provvedimento messo a punto dal Viminale, che dovrebbe essere varato nel consiglio dei ministri di venerdì 12. Delusi per i tempi troppo lunghi di approvazione, visto che il governo rinuncerà allo strumento più veloce del decreto a favore di un disegno di legge. Deludente pure dal punto di vista dei contenuti anche perché restano fuori problematiche come la prostituzione e la droga.

Che novità contiene il pacchetto? Come aveva già anticipato qualche giorno fa il ministro dell’Interno Giuliano Amato, le modifiche più importanti sono quelle che riguardano l’articolo 54 del testo unico degli enti locali e che attribuiscono nuovi poteri in materia di sicurezza e decoro urbano ai sindaci e accanto quella che prevede, come aveva spiegato il ministro, «il parziale trasferimento ai prefetti del potere, che oggi ha solo il ministro, di espellere per ragioni di sicurezza pubblica anche i cittadini comunitari e non solo i non comunitari». La norma permetterà di espellere anche chi proviene da paesi appartenenti alla Ue come, tanto per fare un esempio, la Romania. Il prefetto potrà intervenire nei casi che riguardano la sicurezza pubblica, non in quelli che riguardano l'ordine pubblico o la sicurezza dello stato e soltanto nei riguardi di persone che si siano rivelate pericolose per altri cittadini.

A spiegare che cosa cambierà nel potere d’intervento dei sindaci è il presidente dell’Anci, Leonardo Domenici (sindaco di centrosinistra di Firenze criticatissimo da sinistra per l’ordinanza sui lavavetri). «Prima nell’articolo54 si parlava soltanto di gravi pericoli che minacciano l’incolumità, ora si introduce il principio di sicurezza urbana dei cittadini e di gravi pericoli che arrecano pregiudizio al decoro urbano - spiega Domenici -. È una risposta al potere effettivo di intervento dei sindaci in tema di sicurezza urbana ». È il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati a fare qualche esempio concreto. La riscrittura dell’articolo 54, dice: «Dà la possibilità di far lavorare la polizia municipale insieme alla polizia di Stato e di poter emanare ordinanze specifiche su temi che prima non erano assoggettati a queste procedure che riguardano la criminalità nel territorio, la sicurezza nelle città ed anche il contrasto al degrado urbano». Però avverte: «Il tema è importante, Palazzo Chigi e Parlamento devono fare in fretta». Sul potere d’intervento del sindaco rispetto alle manifestazioni politiche Cofferati chiarisce che «il sindaco non ha una funzione sostitutiva rispetto al prefetto per quanto riguarda l’autorizzazione o il diniego di una manifestazione politica, però, può intervenire sui luoghi e le modalità». Insomma se una manifestazione politica crea «un grave pregiudizio al decoro urbano» il primo cittadino può emanare un’ordinanza nella quale impedisce che l’evento avvenga in quel luogo. Altra novità riguarda il danneggiamento urbano per il quale «ci sarà la procedibilità d’ufficio senza bisogno di querela» anche da parte dei privati.

Vita più dura insomma per i graffitari.

Ma se Cofferati e Domenici parlano di «concreti passi avanti» e Walter Veltroni di «misure importanti da approvare subito» dai primi cittadini di molte città si levano voci fortemente critiche, come quella del sindaco di Verona, Flavio Tosi. «Se non saranno previsti adeguati finanziamenti e la carcerazione - dice Tosi - il pacchetto sicurezza del governo sarà come le lettere a Babbo Natale, un puro elenco di desideri». Il pacchetto contiene anche un inasprimento generale delle norme di sicurezza. Prevede la custodia cautelare obbligatoria per chi commette reati che provocano forte allarme sociale come pedofilia, violenza sessuale, rapine, scippi; rafforza lo strumento della confisca dei beni deimafiosi ed elimina la possibilità di patteggiamento in appello per i reati di mafia.
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