Il sindaco si rimette la toga e prova a difendere Maran

IL CASO PENATI Oggi il confronto in Consiglio comunale. L’assessore vicino all’ex presidente della Provincia è nei guai per la vicenda di Sesto. Il Pdl: «Gli tolga la delega ai Trasporti». Il Pd avverte: Pronti tre interventi: il centrodestra moderi i toni o se ne pentirà". Vittoria elettorale, De Corato: "Ringrazi i pm che hanno aperto i cassetti ad agosto"

Il sindaco si rimette la toga e prova a difendere Maran

I consiglieri del Pdl sono «avvisati» da qualche giorno. «Decidano loro che tipo di intervento devo fare». La capogruppo del Pd si ri-definisce garantista ma ha pronta la busta numero uno, due o tre: ha scritto tre diversi interventi da leggere in aula sul caso Penati e Maran, tarati a seconda del toni che il centrodestra userà prima di lei negli interventi. Per far capire che aria tira: dopo la rissa in commissione tre giorni fa, si annunciano scintille nel primo consiglio post-ferie che si apre con il sindaco Pisapia in aula a riferire sulle conseguenze dell’inchiesta sulle tangenti al dirigente Pd (sospeso dal partito) e i collegamenti con Milano emersi dai faldoni dei pm. L’avvocato Giuliano Pisapia dovrà rimettere la toga per difendere il giovane assessore Pierfrancesco Maran, il delfino di Penati sotto attacco per la delega ai Trasporti e le pressioni che avrebbe ricevuto dal titolare della «Caronte» Piero Di Caterina, «gola profonda» nell’inchiesta, e per gli sms dell’ex presidente del Consorzi trasporto pubblico che gettano ombre sulla giunta e tirano in ballo lui e il capo di gabinetto del sindaco per un’assunzione. Una seduta chiesta a ripetizione dal centrodestra la scorsa settimana, solo venerdì Pisapia ha accettato di presentarsi in aula sulla vicenda e ora per assicurare massima trasparenza Palazzo Marino ha deciso persino di trasmettere in diretta i lavori dell’aula su due schermi, uno all’interno e l’altro all’esterno dell’Urban Center in Galleria. Lo show è servito.
E l’opposizione gioca le sue carte. Un effetto l’«intimidazione» del Pd lo ha sortito. «Non presenteremo la mozione di sfiducia a Maran» assicura il consigliere Pdl Giulio Gallera, anche se fino a una settimana fa il centrodestra chiedeva le dimissioni. Ai voti non avrebbe i numeri per approvarla e il rischio è che la sinistra scelga il cosiddetto «piano c», deviare l’attenzione dall’argomento principe spostandolo su inchieste che coinvolgono esponenti del Pdl, come il consigliere Marco Osnato su vicende Aler o il presidente della Provincia Guido Podestà per il caso Serravalle. E il tempo in aula è contingentato. Ma non abbassa le armi: «Vogliamo chiarimenti politici dal sindaco, ci spieghi perché ha assegnato una delega così pesante a un giovane di 31 anni senza competenze, se Penati ha avuto un ruolo attivo». Galera ha pronte dieci domande e una conclusione: «Non chiediamo le dimissioni, ma almeno sospenda la delega ai Trasporti a Maran». Richiesta ribadita dal vicepresidente Pdl dell’aula Riccardo De Corato che nella giunta Moratti aveva la delega ai Trasporti: «Glielo chiedono anche i giornali di sinistra come il Fatto quotidiano o “amici” come Dario Fo, tolga i Trasporti a Maran, gli assegni altre deleghe almeno fino a che l’inchiesta non sarà chiusa». E al sindaco farà rilevare che «se ha vinto le elezioni deve ringraziare i pm di Monza che hanno tirato fuori dai cassetti i verbali solo ad agosto, la campagna elettorale sarebbe stata molto diversa». E gli chiederà «cosa intende rispondere ai magistrati che hanno sottolineato il rischio di reiterazione del reato di Penati anche in considerazione delle recenti vittorie del centrosinistra alle amministrative». La Lega con il capogruppo Matteo Salvini alla vigilia smorza i toni, «ascoltiamo e vediamo, le contestazioni a Maran più che su questo le faremo sugli aumenti del tram o Ecopass per tutti.

Per ora rileviamo solo che sorprende che il sindaco abbia aspettato così tanto per venire a riferire in consiglio ai milanesi». Questa mattina sulla vendita di Serravalle e progetto dell’area metropolitana, secondo vertice Pisapia-Podestà, questa volta in Provincia.

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