Il 25 aprile è alle porte, e fioccano puntuali le polemiche. A finire al centro delle cronache stavolta è il sindaco leghista di Mogliano Veneto (Treviso), Giovanni Azzolini, che - come riportava ieri il quotidiano la Tribuna di Treviso - avrebbe «vietato» alla banda comunale di intonare Bella ciao durante le celebrazioni nel paese. Piuttosto, il primo cittadino avrebbe disposto che sia la Canzone del Piave a fare da colonna sonora della giornata. Queste le motivazioni: «La banda deve eseguire brani istituzionali e Bella ciao non lo è, non rientra tra gli inni nazionali».
Subito sè aperto il caso, sono insorti nellordine lAssociazione nazionale partigiani dItalia (Anpi, «Il sindaco sbaglia, Bella ciao è una canzone di tutti») e quindi lopposizione, per bocca del deputato Pd Andrea Martella («è davvero sconcertante latteggiamento di Azzolini che vuole mettere il bavaglio allesecuzione dellinno partigiano in occasione del 25 aprile»). Lesponente democratico ha calcato la mano contro il sindaco di Mogliano: «Vuole cancellare una canzone simbolo della Liberazione e della storia repubblicana».
Ieri però lo stesso Azzolini ha spiegato: «La banda cittadina a Mogliano non ha mai suonato Bella ciao. Se lAnpi lo richiede formalmente, non porrò alcun veto. La Canzone del Piave, che celebra la vittoria italiana nella Prima guerra mondiale è un brano popolare e conosciuto, Mogliano più di altri luoghi ha vissuto i fatti della storia avendo ospitato a lungo la sede della Terza armata. Eppoi - ha aggiunto - il 25 aprile è il giorno di San Marco, patrono dei veneti, si può festeggiare anche per questo».
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