La «sindaco di tutti» discrimina i cittadini anche da morti

La «sindaco di tutti» discrimina i cittadini anche da morti

Il suo slogan è stato «La sindaco di tutti». Che intendesse dire di «quasi tutti» era apparso chiaro fin da subito. Ultimamente Marta Vincenzi però non si sta più neppure preoccupando di salvare le apparenze. E ogni scelta la prende in base a motivi ideologici. La festa dei centri sociali, il silenzio istituzionale sull’aggressione degli anarchici alla festa dello sport, e persino la morte di Edoardo Sanguineti hanno finito per tradire la disparità di trattamento nei confronti dei genovesi. Tanto che i consiglieri comunali di opposizione sperano di poter chiedere conto alla sindaco del suo atteggiamento «discriminatorio nei confronti di chi non la pensa come lei. Ad accantonare le frasi politically correct ci pensano Giuseppe Murolo e Gianni Bernabò Brea, ex compagni di partito in An, oggi solo «vicini di banco», nel Pdl il primo, nel gruppo misto in quota «La Destra» il secondo.

Murolo mette subito nel mirino proprio le «celebrazioni» per la morte del poeta genovese Edoardo Sanguineti. «Faccio una premessa - esordisce - Sia chiaro che ho il massimo rispetto per il poeta e per l’uomo Sanguineti. (...)

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