Marzio Fianese
Ancora in strada i residenti di Tor Pagnotta, che da tre giorni protestano contro lipotesi che le famiglie sfollate del Laurentino 38 vengano trasferite nella loro zona. Oltre cento abitanti, già intorno alle 6.30 di ieri mattina, si sono riversati in via Beniamimo Segre, dove sorge ledificio di sei piani che dovrebbe ospitare gli sfollati, per bloccare un Tir giunto da Padova, inviato dalla proprietà dellimmobile, e che doveva scaricare i mobili negli appartamenti delledificio. I residenti sono stati avvisati da due signore che, dopo aver notato il mezzo, hanno girato il quartiere in lungo ed in largo suonando i clacson. Di fronte al cordone creato dai residenti, il camionista ha fatto marcia indietro ed è tornato in deposito. «Altri 12 camion con i mobili erano in arrivo - afferma Giulia Nappi del Comitato di emergenza di via Segre - ma sono stati bloccati sulla strada per Roma». Gli abitanti continuano intanto a presidiare il palazzo di via Segre per evitare occupazioni degli appartamenti. «Ripeto - dice la Nappi - non siamo razzisti, siamo disposti ad accogliere persone veramente bisognose ma non i pregiudicati».
La mobilitazione degli abitanti di Tor Pagnotta alimenta anche polemiche politiche. «Si tratta di una protesta incomprensibile - tuona il sindaco Veltroni - fondata su basi inesistenti ed è molto grave latteggiamento, venato di inaccettabili venature razzistiche, tenuto dagli esponenti della destra che nei quartieri di Roma alimentano un clima di odio e intolleranza nei confronti di situazioni che il Comune sta affrontando e risolvendo con il necessario rigore ma anche con il giusto rispetto delle situazioni di profondo disagio».
A stretto giro di posta la replica di An: «Ancora una volta il sindaco Veltroni non perde occasione per la solita recita. I cittadini di Tor Pagnotta scendono in piazza per protestare - dice il consigliere comunale Fabio Sabbatani Schiuma - e il primo cittadino se la prende con la destra». «Accade sempre così - sottolinea Schiuma - quando allamministrazione capitolina non riesce la ciambella con il buco e le persone scendono spontaneamente in piazza per difendere i loro diritti, la colpa è della destra che strumentalizza». Schiuma ricorda inoltre che «anche tempo fa i residenti di via di Tor Tre Teste manifestarono alla notizia dellinsediamento di un nuovo campo nomadi in zona; analogamente Veltroni se la prese con An, colpevole di diffondere voci false e di fare allarmismo tra la gente. Peccato che dieci giorni prima aveva firmato unordinanza sindacale per dare proprio il via libera al trasferimento di nomadi, extracomunitari e senza tetto in una tendopoli, con tanto di strutture e di urbanizzazione, proprio lungo la via». A Tor Tre Teste il campo attrezzato doveva sorgere - irregolarmente - su unarea sottoposta a vincolo archeologico. Le ruspe del Comune si misero al lavoro, in gran numero, di venerdì pomeriggio e avevano realizzato già le piattaforme per i container e gli allacci idrici e fognari. Evidentemente il Comune pensava di sfruttare i due giorni del week end (quando gli uffici della Sovrintendenza sono chiusi) per finire i lavori e mettere tutti di fronte al fatto compiuto. A quel punto, in nome dellemergenza, si sarebbe potuto aggirare anche i vincoli archeologici. Ma il blitz del Campidoglio fallì per la repentina mobilitazione degli abitanti del quartiere.
Anche Marco Marsilio, capogruppo di An in Campidoglio, risponde al sindaco: «Ogni tanto - afferma - Veltroni viene tarantolato da rigurgiti di faziosità: gli si annebbia la vista, non riesce più a distinguere cosa accade davvero nei quartieri romani, non riesce ad accettare lidea che di fronte a situazioni di degrado sociale la gente si muove spontaneamente, come è accaduto a Tor Pagnotta e in altre occasioni in cui gli esponenti della destra hanno fatto il loro dovere parlando con i cittadini, mediando con responsabilità ed evitando che la tensione potesse sfociare in disordini».
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