Caro Granzotto, assisto con gradito stupore al «veni, vidi, vici» di Silvio Berlusconi e al suo trionfante inizio di legislatura. Voto dal lontano 18 aprile del 1948 (vado per gli ottantanni) e ho visto passare davanti a me 62 governi, se li ho contati bene. Nessuno di questi ha avuto un incipit così glorioso e volitivo. Posso dire che finalmente la mia attesa è terminata: era una vita che aspettavo la comparsa dello Stato che decide e mette in pratica. Ora sono un italiano orgoglioso di esserlo. Resta in me una leggera inquietudine, dovuta al silenzio dei comunisti e comunistelli di sacrestia. Cosa passa loro per la testa? A cosa si affidano ora?
Al Prozac, caro Gambetta. Il potente e molto «di tendenza» antidepressivo. La sinistra è giù, terribilmente giù. La legnata, tostissima, ha fatto vacillare (se non ha proprio rottamato) il corrimano psicologico al quale appigliarsi, ovvero il convincimento di essere i migliori, i figli di un Dio maggiore, e quindi di finire prima o poi per dominare e imporre, oltre alla propria politica, la propria sublime cultura. Aspettativa che li faceva, anche nei momenti grami (tipo il governo Prodi), euforici e spavaldi. Il vento di destra li ha travolti, stralunandoli. A niente sono servite le riflessioni «profonde» e i «caminetti» di autocoscienza. La sensazione netta è daver perduto la spinta propulsiva e, con quella, lentusiasmo. E allora giù Prozac. A chilate. Dovrebbe vederle, caro Gambetta, le terrazze e i salotti romani radicalchicchettoni, una volta così festosi, così frizzanti. Oggi, certi sospironi, certe facce da funerale che nemmeno chiacchiericci ad alto tenore progressista-modaiolo, quali ad esempio il commercio equo e solidale o il «carbonfootprint», l«impronta ecologica», riescono ad alleggerirne la tetra cupezza. E poi ci si è messa Genova, la rossa Genova, la Genova dei camalli, la Genova medaglia doro alla Resistenza, storico feudo della sinistra e specchio di virtù civili. A Genova sta per saltare in aria - bum! - il mito di una sinistra onesta, corretta, e dalle mani pulite rivelatasi al contrario tangentara, affarista e corrotta. E già tintinnano le manette. Aggiunga, caro Gambetta, che il popolo della sinistra si dilacera nel dilemma: «colloquiare» e magari «interagire», comunque «confrontarsi» con il Demonio o seguitare a dargli addosso come furie scatenate? In pratica, seguitare a fare dellantiberlusconismo uterino larma di punta della dialettica progressista o seppellire la spranga di guerra e farla passar liscia al Berlusca? Perché mica sono tutti daccordo con Veltroni. Non, ad esempio, la tribù dei maltesi, quella di area repubblicones-guevarista che fa capo a Curzio Maltese. Per il quale «Berlusconi ha presentato la peggior classe dirigente e governativa dal 1945». Gli fa eco Giorgio Bocca, maltese delezione anchegli: «Il governo Prodi è stato il più capace e onesto della nostra storia politica».
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