La sinistra dal Quarto stato al terzo sesso

Pensate come si è immiserito il dibattito sulle identità e sui principi, se la sinistra, non solo in Italia ma ovunque, eleva la questione delle nozze gay a tema cruciale...

Sul ciclone gay che si è abbattuto sul­la sinistra non sposerò le tesi della Concia e dei suoi acconciatori né della Bindi e dei suoi abbindolatori (io sono più avanti perché mi batto per abolire le nozze etero).
Riconosco a loro un tragitto di persona­le coerenza che sfocia nella sostanziale incoerenza di un partito.
Quel che mi colpisce è un’altra cosa: pensate come si è immiserito e immin­chionito il dibattito sulle identità e sui principi, se la sinistra, non solo in Italia ma ovunque, eleva la questione delle nozze gay a tema cruciale.
Il dibattito delle idee è sceso a livello in­guinale.

Non stiamo parlando di persecuzione dei gay, se espellerli o negare il loro dirit­to di esserlo. Stiamo parlando della batta­glia sulle nozze gay che riguarda una spa­ruta minoranza di una minoranza.
L’occidente sprofonda e loro conti­nuano a pettinare le bambole gay.

Non si confrontano sulle cose che af­fliggono la maggioranza degli italiani ma sul rococò del politically correct applica­to al cinque per mille degli italiani gay. Decine di milioni d’italiani interessano loro meno di decine di coppie gay.
Detto questo, ai cattolici del Pd rivolgo un plauso e una pernacchia: il primo per la loro coerenza di cattolici, la seconda per la loro incoerenza di scelta politica.

La sinistra oggi è quella, passata dalla di­fesa del Quarto Stato a quella del Terzo Sesso, e voi siete i paggetti recalcitranti delle loro nozze.
O le Vecchie Zie brontolone (vi stupirà ma ho simpatia per Rosy Bindi; e poi mi­gliora con gli anni, a novant’anni sarà una bonazza).

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