Cronache

La sinistra scende dalle barricate e sale sull’autobus a 1,20 euro

Pericu, l’ultimo sgarbo: «Aumento il biglietto per il mio successore»

La sinistra scende dalle barricate e sale sull’autobus a 1,20 euro

(...) Dunque è ufficiale. Dal primo novembre, salire sull’autobus costerà più caro. A comunicarlo ieri è stato il sindaco Giuseppe Pericu, dopo una riunione con la giunta e i vertici di Amt. La scelta, dice Pericu, è stata di agevolare i «fedelissimi», per i quali sono stati preparati abbonamenti agevolati a seconda delle categorie di appartenenza. Abbonamento annuale agevolato per gli over 65 e per le aziende che sottoscrivono almeno 50 abbonamenti. In verità, rispetto al promesso, e annunciato ancora ieri, aumento del 10 per cento, anche l’abbonamento costerà il 20 per cento in più, là dove chi pagava 285 euro ne pagherà 335, 50 di più. Per i gruppi di tre persone è stato studiato un biglietto integrato Amt-Trenitalia, valido 24 ore a sette euro. Mentre il nuovo biglietto del Volabus, a quattro euro, aumenta la durata, estesa a 24 ore, e sarà valido su tutta la linea. Confermato l’abbonamento annuale già preannunciato per i residenti a Genova fino ai 26 anni a 200 euro. Pericu - bontà sua - ha pensato anche ai giovani. «L’abbonamento agevolato fino ai 26 anni - spiega - se da un lato mira a facilitare l’utilizzo del bus, dall’altro tenta di disincentivare l’utilizzo dei mezzi a due ruote che troppo spesso si sono rivelati pericolosi». Peccato che il mezzo a due ruote continui a essere comunque più competitivo sul piano della velocità di spostamento, ma vabbè. È solo questione di tempo, dicono, e arriveremo anche a questo, grazie alle corsie riservate. E che importa se Arcangelo Merella l’assessore al Traffico oggi parteciperà a un incontro per decidere se cancellare le strisce gialle in alcune zone del ponente dopo la rivolta dei residenti, Amt ha già pronto il piano B, con la modifica tutta di tutta la viabilità cittadina, anche quella privata, anche perché, altrimenti, le strisce gialle rischiano di essere un impedimento per tutti, bus compresi. Anche la metropolitana dovrebbe conoscere una nuova era: quella dell’apertura notturna, fino a mezzanotte, il venerdì e il sabato sera.
Ieri non sono mancate le voci di dissenso. L’Italia dei Valori, che però è in maggioranza e non in giunta e quindi è rimasta inascoltata, ha tuonato che «è inaccettabile che Amt voglia far pagare ai cittadini le proprie inefficienze», avvertendo che «il prezzo del biglietto potrà aumentare solo in cambio di un vero miglioramento del servizio». Assoutenti ha espresso «profondo rammarico per la decisione assunta peraltro senza coinvolgere le associazioni dell’utenza» e invita i cittadini a unirsi alla battaglia per la retromarcia.
A soffiare sul fuoco ci s’è messa pure la Cgil, che ha addirittura chiesto la sospensione del provvedimento. Perché «la mancanza di risorse non può essere scaricata interamente sulla collettività ed eventualmente penalizzando le fasce più deboli», perché «resta aperto il problema della qualità del servizio all’utenza che non è certamente risolto dall'aumento tariffario» visto che devono «ancora essere affrontati diversi nodi fra i quali la velocità commerciale, il mantenimento delle corsie e il potenziamento delle linee», e perché neppure il metodo adottato dal Comune è piaciuto al sindacato: «Era stato aperto un tavolo di confronto più complessivo che non ha trovato seguito». Pericu ha anticipato le polemiche, facendone una questione di presa di responsabilità: «Potevamo anche non farlo, ma ci siamo sentiti in dovere di intervenire per i nostri successori. Per consegnare loro una società risanata». L’azienda dovrebbe rimettersi in salute nel giro di quattro o cinque anni. L’acquisto di 11 mezzi nei prossimi mesi dovrebbe aiutare a migliorare un servizio scadente e proprio per questo evitato. Alcuni investimenti sono già stati fatti: pubblicità per informare l’utente, un nuovo software per la gestione dei turni di lavoro e dei movimenti dei bus. La vera sfida, però, è incrementare gli utenti. «Dobbiamo legare sempre più clienti alla società - sottolinea l’amministratore delegato di Amt, Hubert Guyot -, e quindi incrementare le entrate, per riuscire a offrire un servizio di qualità». Insomma, un cane che si morde la coda.
La strategia è quella del bastone e della carota. L’azienda sarà più vicina al suo (vessato) utente, con un nuovo numero verde e pannelli informativi sugli orari. Ma aumenteranno i controllori: saranno 200 e potrebbero anche essere affiancati da polizia o carabinieri, per evitare che i «portoghesi» foirniscano false generalità. «Chiediamo ai cittadini un sacrificio - ha ammesso Beppe Pericu -, ma siamo sicuri di aver trovato il compromesso migliore per salvare l’azienda. E garantire in futuro a Genova un trasporto pubblico efficiente».

Ai posteri l’ardua sentenza.

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