Mondo

Siria, due giornalisti morti sotto le bombe a Homs

Marie Colvin, reporter del Sunday Times e Remi Ochlik, fotografo francese autore di un reportage sulla Libia, sono rimasti uccisi durante il bombardamento della città

Siria, due giornalisti morti sotto le bombe a Homs

Due giornalisti sono rimasti uccisi in Siria durante il bombardamento della città di Homs. I due reporter, entrambi stranieri si trovavano in una casa del quartiere di Baba Amr che viene utilizzata dagli attivisti come media center. L'edificio è stato raggiunto da un colpo di artiglieria sparato dalle forze di sicurezza di Damasco.

I due reporter uccisi sono Remi Ochlik e Marie Colvin. Ochlik, fotografo, aveva vinto l'edizione 2012 del World Press Photo con un reportage sulla rivoluzione libica. La statunitense Marie Colvin scriveva invece per il Sunday Times. Gli attivisti contrari al regime hanno confermato via Skype alle agenzie anche il ferimento di altri tre giornalisti occidentali, due uomini e una donna.

Tra le vittime civili si conta anche Rami al-Said, video-blogger 27enne che aveva documentato finora l'escalation delle violenze commesse dai lealisti del regime di Assad. È morto dissanguato per le ferite riportate. 

Meno di una settimana fa aveva perso la vita in Siria anche il due volte premio Pulitzer Anthony Shadid, che scriveva per le pagine del New York Times. Nel suo caso si era trattato però di un semplice attacco d'asma.

Il ministro dell'Informazione siriano, Adnane Mahmoud, ha commentato la vicenda prendendo le distanze da quanto accaduto e sottolineando come il suo ministero non sapesse della presenza dei due giornalisti in territorio siriano. Sull'accaduto verrà aperta un'inchiesta a Homs.

Secondo i Comitati locali di coordinamento dell'opposizione nella giornata di oggi sarebbero stati uccisi in tutto 19 civili, 13 secondo l'Osservatorio siriano per i diritti dell'uomo. Tutte le vittime si registrano, come i due giornalisti, a Baba Amr, quartiere della città di Homs sottoposto a pesanti bombardamenti fin da inizio febbraio. Da marzo dell'anno scorso sono rimaste vittime della repressione 7600 persone, tra le quali 5.542 civili, 1.

692 agenti delle forze di sicurezza e circa 400 soldati disertori.

Commenti