«Situazione imbarazzante per tutti»

da Lienz (Austria)

Basta essere sospettati di un illecito per far scattare il famigerato codice etico. Basta essere sospettati, ma dipende da chi. Perché qualche corridore è stato lasciato a casa e altri invece corrono. Soprattutto: perché Mazzoleni ha potuto prendere il via da Caprera e nessun Team di Pro Tour si è fatto sentire? Interrogativi, domande, che rivolgiamo ai diretti interessati. Franco e chiaro come sempre Beppe Saronni, team manager della Lampre di Cunego: «Per il codice etico le inchieste italiane sono meno gravi di quelle straniere, la situazione è imbarazzante. Sono perplesso. Mi domando anche: dov’è stata finora la Procura Coni, ma anche noi non siamo stati chiarissimi».
Chiarissimo Saronni. Più imbarazzato Gian Luigi Stanga, team manager della Milram, la formazione capitanata da Alessandro Petacchi. «È vero che esiste un codice etico, ma l’Astana, la formazione nella quale corre Mazzoleni, non fa parte dell’associazione che gestisce le squadre di “Pro Tour”. Penso piuttosto che la vera responsabilità ce l’abbiano gli organizzatori, i quali avrebbero dovuto dire qualcosa al team kazako. E che dire della Procura del Coni? Noi sappiamo davvero poco, pensavamo che quella vicenda risalente al 2004 fosse ormai risolta, archiviata. Cosa posso dire? Di sicuro non si può andare avanti così.

Mi auguro solo che dal prossimo anno ci sia un ulteriore giro di vite con l’introduzione di un nuovo sistema antidoping che consentirà, grazie all’inalazione di una sostanza a base di anidride carbonica, di controllare la massa ematica dei corridori: chi si fa le trasfusioni non avrà più scampo».

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