Come volevasi dimostrare. Alla fine il partito dei gufi ce l’ha fatta ed ora ride sotto i baffi: il «tanto agognato» avviso di garanzia al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni è arrivato. E oltre a lui è stato consegnato anche al sindaco Letizia Moratti e al presidente della Provincia Guido Podestà. L’accusa? «Getto di cose pericolose in luogo pubblico». Tradotto: quelle che nell’articolo 674 del codice penale vendono chiamate «cose pericolose» sarebbero le polveri sottili. In sostanza, i tre amministratori pubblici avrebbero dovuto impedire l’emissione di Pm10 oltre il limite per più di 35 giorni all’anno. In realtà i giorni di allarme smog sono stati superati abbondantemente e quelli con l’inquinamento alle stelle si aggirano sull’ottantina.
L’iscrizione al registro degli indagati nasce da un esposto del Codacons contro le politiche ambientali messe in campo dalla Regione Lombardia. Una denuncia tale e quale a quella presentata nel 2005 ma che all’epoca era sfociata in un nulla di fatto. «Mi vogliono danneggiare - accusa Formigoni - ma non ci riescono e non ci riusciranno. Sono limpido come acqua di fonte». Il Codacons nega di nascondere dietro l’esposto qualsiasi intento politico. Certo è che un avviso di garanzia in piena campagna elettorale fa la sua scena.
In realtà, l’accusa contestata a Formigoni corrisponderebbe a poca cosa: un mese di condanna e 206 euro di ammenda. «Viviamo in questa logica - sbotta il presidente - Forse converrebbe chiedere l’iscrizione preventiva. In questo caso la montagna ha partorito un topolino. Erano settimane che gli ambienti della sinistra politica ed editoriale aspettavano un avviso di garanzia nei confronti di Formigoni e alla fine la lunga attesa si è risolta in un vero e proprio boomerang per i sinistri fautori della via giudiziaria».
Formigoni ci ha fatto il callo: non è la prima volta che riceve un avviso di garanzia in campagna elettorale: «Su dieci processi conto dieci assoluzioni» controbatte. Guido Podestà, alla guida della Provincia dallo scorso giugno, si chiama fuori dalla bagarre giudiziaria: «I fatti a cui si riferiscono gli esposti del Codacons sono avvenuto almeno 600 giorni prima del mio insediamento».
Ai tre amministratori viene contestato di non aver fatto abbastanza per migliorare la qualità dell’aria. Alla faccia di Ecopass e dei piani anti smog della Regione. Come se, negli ultimi anni, il Pirellone fosse rimasto con le mani in mano. In realtà le battaglie contro le polveri sottili sono state numerose: si è cominciato con le domeniche a piedi e il blocco per un giorno di tutte le auto più inquinanti. E si è continuato con le targhe alterne durante la settimana per tentare di alleggerire il traffico. Dopo di che sono scattati i divieti e gli incentivi: contributi per rottamare la vecchia auto e comprarne una ecologica. Quest’anno si procede con il divieto di circolare per gli euro 2 diesel.
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