Soccorre clandestini Malta nega l’approdo

Puntano più a nord, verso le coste agrigentine, le rotte degli sbarchi clandestini che proseguono senza sosta sulle coste siciliane. Stipati nei barconi della speranza circa 500 immigrati tra donne, bambini e uomini allo stremo delle forze e in gravi condizioni di salute, sono approdati ieri a Licata con 2 maxisbarchi consecutivi. Davanti alle coste maltesi, invece, il blocco di un peschereccio spagnolo che domenica ha soccorso 50 clandestini, comincia ad assumere sempre più i contorni di una vicenda che ricorda da vicino la «Cap Anamur», la nave dell'associazione umanitaria tedesca che nel luglio 2004 rimase ferma per diversi giorni al largo di Porto Empedocle. È infatti ancora bloccato a venti miglia da Malta il peschereccio spagnolo «Francisco Catalina». Secondo le autorità maltesi gli immigrati non hanno alcun diritto di sbarcare nell'isola perché l'intervento del motopesca è avvenuto a cento miglia al largo, in una zona che non ricade sotto la sua giurisdizione per quanto riguarda le operazioni di ricerca e soccorso.

L'imbarcazione spagnola resta così ferma in acque internazionali, controllata a vista da una motovedetta maltese, che ha rifornito l'equipaggio e i clandestini di acqua e viveri, oltre a inviare un medico a bordo per verificare le condizioni di salute degli extracomunitari. E mentre i diplomatici maltesi e spagnoli stanno cercando di dirimere la questione, il sesto barcone, nel giro di 48 ore, è approdato a Malta.

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