Jaguar, la svolta woke fa crollare le vendite: ecco i numeri

Il rebranding patinato è stato un disastro, ma l'azienda getta acqua sul fuoco. Eppure i dati non lasciano grandi margini di interpretazione

Jaguar, la svolta woke fa crollare le vendite: ecco i numeri
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L’addio all’iconografia classica, compreso lo storico logo raffigurante il giaguaro. Ma anche lo spot iper-inclusivo con protagonista un gruppetto multietnico/Lgbt senza tracce di auto. Il rebranding patinato scelto dalla Jaguar aveva fatto storcere il naso a molti, comprensibilmente. E il ritornello “go woke, go broke” è più calzante che mai. I numeri non lasciano grandi margini di interpretazione: la celebre casa automobilistica è in caduta libera.

Secondo i dati dell’Associazione dei Costruttori automobilistici europei (ACEA), ad aprile Jaguar Europe ha immatricolato solo 49 nuovi veicoli rispetto alle 1.961 unità vendute nello stesso mese dell'anno precedente. La cifra è spaventosa: meno 97,5 per cento. Ma non solo. Come riportato dal Daily Mail, sono in netto ribasso anche le vendite del primo quadrimestre: 2.665 unità vendute da gennaio ad aprile, in calo del 75,1 per cento rispetto al 2024. A livello globale, Jaguar ha venduto solo 26.862 veicoli per l'anno fiscale 2024/25, con un calo dell'85 per cento rispetto al 2018.

Secondo Jaguar il rebranding “non ha nulla a che fare” con il calo delle vendite, ma qualche dubbio è comprensibile. Alla ricerca di nuove fasce di consumatori, l’azienda si è riposizionata allontanandosi dalle radici legate alle prestazioni e alla tradizione per diventare un marchio incentrato sul lifestyle e sulla moda. La sterzata dal punto di vista comunicativo era in fase di sviluppo da tre anni e ha coinvolto ottocento persone.

I risultati non sono stati quelli sperati, è ovvio. Ma l’azienda continua a ostentare fiducia. Dopo aver interrotto la produzione di veicoli alla fine del 2024, il colosso è pronto a lanciare una nuova gamma di veicoli completamente elettrici.

L’amministratore delegato Rawdon Glover ha stigmatizzato le critiche, parlando di “odio vile e intolleranza”, e si è detto fiducioso: "Dobbiamo rilanciare il nostro marchio a un prezzo completamente diverso, quindi dobbiamo agire in modo diverso. Volevamo allontanarci dagli stereotipi automobilistici tradizionali".

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