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Sempre più digitali i pagamenti alle pubbliche amministrazioni

In Italia si sta puntando a coprire i ritardi nella digitalizzazione dei pagamenti alle pubbliche amministrazioni. Ecco chi sono i maggiori promotori in questione e il loro piano d'azione

Sempre più digitali i pagamenti alle pubbliche amministrazioni

Digitalizzare i pagamenti alle pubbliche amministrazioni vuol dire semplificare il rapporto con i cittadini, eliminare tanta carta e far risparmiare tempo a tutti. Il concetto è scontato, ma diventa di difficile praticabilità a causa dei ritardi infrastrutturali e culturali che la digitalizzazione di funzioni e attività sconta ancora nel nostro Paese. Ma s’intravvede la luce in fondo al tunnel, grazie alle crescenti sinergie tra pubblico e privato e agli incentivi offerti dalle misure contenute nel Pnrr.

Interessante convegno a Milano

Di questi temi si è parlato nei giorni scorsi a Milano, in occasione di un interessante convegno promosso da PayTipper, realtà consolidata nel settore dei pagamenti e da anni uno dei maggiori Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP) di pagoPA. Hanno partecipato Abi (Associazione bancaria italiana), pagoPA, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano, Mooney e Banca Popolare di Sondrio. “Il nostro obiettivo di fornire soluzioni semplici di pagamento pagoPA - ha detto Davide Bordin, Direttore commerciale PayTipper- ci ha condotto in pochi anni ad essere uno tra i primi 5 PSP pagoPA per numero pagamenti gestiti. Solo nel mese di marzo PayTipper ha intermediato più di 4 milioni di pagamenti, massimo assoluto per la nostra realtà, di cui più di 3 milioni sono pagoPA”.

La rivoluzione di pagoPA

In Italia circa 200 banche svolgono il servizio di tesoreria e cassa nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Nove PSP su dieci sono banche. Nel giro di pochi anni il sistema pagoPA ha rivoluzionato la modalità di pagamento nei confronti delle pubbliche amministrazioni, aprendo la strada agli innovative payments. L’accettazione di pagamenti della piattaforma pagoPA ha declinazione sia fisica sia digitale e i canali di acquisizione dei pagamenti variano anche in funzione dei modelli previsti dal nodo. Una sfida che coinvolge direttamente gli istituti bancari e finanziari che svolgono attività di tesoreria per gli enti pubblici. È quindi importante che le banche tesoriere abbiano a disposizione i giusti mezzi e partner per diventare un grande contenitore di servizi in grado di soddisfare le necessità di cittadini ed enti pubblici.

I dati sono incoraggianti

Nel 2022 il ruolo di pagoPA è stato centrale nei processi di ottimizzazione della catena del valore digitale. Il 99% degli enti ha aderito al sistema, ma molti di essi non lo usano in tutti i processi. Ad esempio il passaporto, la carta d’identità, il ticket museale ancora non si possono pagare con pagoPA e molti enti minori, in particolare i piccoli comuni, fanno ancora molta fatica ad adeguarsi. Tuttavia, per il 2023 l’obiettivo è quello di raggiungere i 420 milioni di operazioni con pagoPA, contro i 332 dell’anno scorso. Milano da questo punto di vista è all’avanguardia perché ha adottato quel sistema nel 2017 e in sei anni è passato da 720.000 a 2.800.000 transazioni (dato 2022), per un volume complessivo di un miliardo e duecento milioni di euro.

Un’opportunità anche per le aziende

Come Mooney Group - dichiara Salvatore Borgese, General Manager Banking & Commercial Services e Vicepresidente APSP (Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento)- valorizziamo i nostri assets posizionandoci non solo come Prestatori di Servizi di Pagamento a supporto di PagoPA, ma anche come PayTech, cioè technical facilitator per supportare le aziende a creare valore nelle attività verso i loro clienti, investendo in persone, competenze ed innovazione tecnologica”.

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