Sodano: "Ho vinto contro i big del Pd"

Il neosindaco di Mantova: "Hanno chiesto il voto contro Berlusconi, non sul programma". E sulla sua campagna elettorale: "Ho consumato le scarpe nelle periferie povere e fra gli operai". L'Udc: "Ha preso solo 550 consensi"

Nicola Sodano ha strappato Mantova al centrosinistra dopo 65 anni.
«Modestamente ho fatto una partita a scacchi senza sbagliare una sola mossa».

Scacco matto all’uscente Fiorenza Brioni del Pd.
«Al primo turno lei aveva il 40,7, io il 35,7».

Poi cos’è successo?
«Poi è successo che mi sono preso i suoi voti».

E come c’è riuscito?
«Ho capito che avrei vinto quando sono arrivati i pezzi da novanta del Pd».

Solo negli ultimi tre giorni Piero Fassino, Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani.
«Portano sfortuna: dove vanno, i loro candidati perdono».

Scaramanzia a parte?
«Hanno impostato la campagna sulla rilevanza nazionale, dicevano: “Vota Pd e difendi la Costituzione”, “Vota Brioni per fermare Berlusconi».

Per lei invece non s’è visto nessuno.
«Al primo turno sono venuti i ministri Sandro Bondi e Ignazio La Russa, e il sottosegretario Mario Mantovani. Ma c’erano le Regionali, che qui, con un solo seggio a disposizione, sono sempre una guerra all’ultima preferenza. Fin lì ho intercettato il voto politico. Poi sono rimasto nudo».

Hanno pensato: se vince bene, sennò si brucia e affari suoi.
«Questo è indubbio».

Non ci credevano di conquistare Mantova la rossa.
«Più che il partito, è la gente che non ci credeva. Ma io per primo non ho voluto big. Il comizio finale l’ho fatto da solo. In piazza Mantegna c’erano mille persone, un inedito per il Pdl qui».

Lo dice adesso che non voleva i pesi massimi.
«L’ho detto subito. Era il solo modo per chiedere il voto sulla persona e sul programma».

Doppia vittoria, allora.
«Non ho mai fatto campagna nel centro storico, dove prendo un sacco di voti, ma esclusivamente fra la gente di sinistra: le Rsu delle fabbriche, i locali dell’Arci. Ho consumato le scarpe casa per casa nelle periferie popolari».

Una campagna elettorale sul modello leghista.
«La Lega ha raddoppiato i voti, ma è al 10 per cento».

Allora non bisogna essere per forza leghisti per conquistare le città.
«Comunque non avrei problemi a essere leghista, essendo nato nella capitale della Magna Grecia, Crotone».

Un terrone!
«Tripla vittoria».

Avrà fatto campagna fra i poveri, ma la prima a farle l’in bocca al lupo dopo la vittoria è stata la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
«Ho toccato il cuore delle categorie produttive. Ho detto: chiunque vinca, da solo non ce la fa, serve sinergia o la situazione non si ribalta».

Il governatore Roberto Formigoni ha detto: «Cara e bella Mantova, ben tornata in Lombardia».
«Avevo iniziato la campagna pensando: cerchiamo almeno di fare la figura migliore della storia».

Quanto ha contato la scelta dell’Udc di correre col Pd?
«L’Udc non ha contato nulla. Ha preso 550 voti. Io da solo al primo turno ne ho presi mille, il doppio».

Gli elettori centristi hanno

votato per lei.
«Dite all’Udc di tornare a casa».

L’Idv aspetta la sentenza al Tar per l’accusa di aver raccolto firme false.
«Aspettiamo. Ha finito? Questi 65 anni vanno festeggiati».

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