IL SOFFIO DI VITA DELL’ARCIVESCOVO

Caro arcivescovo, il cuore dei cristiani di Genova ha dato segni di un sussulto di canto che non avvertivo da tempo. Tu che ne conosci le fibre intime hai dato un soffio di vita quando hai fatto capire che la terra dell'obolo francescano, non può diventare la terra del popolo religioso che nega attivamente la divinità di Cristo come associazione idolatrica. Altra cosa, concernente la libertà di ogni uomo, è la riunione in case di studio e orazione, che rimangono territorio italiano, sotto la legge. L'intelligenza dei genovesi aveva già subito le ferite di giuristi affermati tra cui il sindaco uscente, che considerano di diritto privato la moschea che è l'ente principe di diritto pubblico cranico, territorio della umma. Qualcuno può ancora leggersi Sartori. Ma un canto è salito nel cuore, come dicono i nostri salmi, quando ci dissero che un concetto moderno di scienza ancora mezzo di potere e di affarismo è stato da te ben distinto dal laicismo, che permea tutte pieghe del Festival della scienza.
Inoltre lei deve dedicare giustamente il suo tempo a cose più urgenti, soprattutto se con rozza iattanza e spregio neppure viene invitato e ancor meno a preparare i contenuti e i metodi delle manifestazioni. Qualcosa rinasce in questa terra arida, dopo anni di fatua e opprimente inseminazione della zizzania progressista laica ed ecclesiastica. Non sono bastati i totalitarismi del Novecento a risvegliare la coscienza dei poli europei. I vecchi demoni mettono i panni alla moda (da cui viene moderno) per raggiungere la distruzione della specie e del pianeta. Non voglio analizzare le assurdità e le panzane che questa ideologia affaristica e di potere politico riesce a far collezionare ai suoi divulgatori di alto livello. Per adesso mi limito a dire nella biografia dei grandi teorici attuali della matematica, come Fantappiè, De Finetti, Russo, Figà Talamanca, nulla si trova delle pretese di usare la matematica come somma formalità e astrazione contro qualsiasi ente, tantomeno l'Essere in persona, che non prigioniero della loro astrazione. Il contenuto e la funzionalità metodica dell'astrazione pura matematica è il nulla e non l'essere. Ma qui siamo alla filosofia della scienza e non della matematica. A Genova c'è stato Agazzi, Andrea Galimberti e c'è Michele Marsonet che mai sottoscriverebbero il volgare teatrino di veline e frasette messo in scena contro Ratzinger e il vescovo di Genova in comunione sincera con lui. Il primo è l'attuale papa che il più grande teologo moderno, del quale i detrattori conoscono solo qualche rigo. Quanto all'arcivescovo devono sapere la scuola di Siri e la facoltà di filosofia di Genova non erano la fucina illusoria e tragica dei materialisti storici. Se mi sarà concesso per quanto ho appreso da Andrea Galimberti, filosofo adamantino e libero da cordate, varie infatti commentare il libro di Odifreddi (Einaudi, 1999, il Vangelo secondo la scienza), e della patente e illogica pretesa di usare l'astrazione pura in contrasto con la realtà e il Logos incarnato.

Dall'operazione Codice da Vinci in poi, le vecchie consorterie esoteriche avvertono che i laici cattolici si sono messi in condizione di pari opportunità in legittimi poteri, concorsi, competenze. Caro arcivescovo ridacci la mitezza e la forza della dottrina di Gesù. Gli Odifreddi non griderebbero in modo così poco scientifico se avessero già vinto o spartito con te.
*teologo

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