TrevisoLa chiamata al 113 è arrivata dopo l'una di notte. Una voce di donna, un urlo dettato dal terrore: "Correte. c'è stata una rapina". Magari fosse stata solo una rapina. Quando gli agenti del capo della Mobile di Treviso, Riccardo Tumminia, entrano nella villetta a due piani di Conegliano (Treviso) scoprono che per il padrone di casa, Eliseo David, 71 anni, non c'è più niente fare. Il cadavere dell'uomo è disteso sul letto, con un cuscino poco distante. L'assassino l'avrebbe prima narcotizzato, con una maglia imbevuta di una sostanza da verificare, e poi soffocato con lo stesso cuscino. Sul volto ci sono alcuni graffi, segno di un tentativo di resistenza, durato poco e, purtroppo per David, inutile.
A dire che si è trattato di una rapina è stata la moglie, Laura De Nardo, che era in casa col marito. "Mi hanno preso mentre ero in giardino - ha raccontato agli inquirenti la donna - mi hanno trascinata dentro casa, mi hanno legata e imbavagliata con il nastro adesivo. Poi sono saliti in camera".
Ed in camera, dove David stava presumibilmente dormendo, si sono accaniti sull'uomo fino ad ucciderlo. Ma questa ricostruzione non ha convinto gli investigatori per due semplici motivi. In primo luogo non capiscono il motivo per cui i malviventi avrebbero deciso di uccidere il pensionato: se volevano fare una rapina, non avevano certo la necessità di farlo fuori e di sicuro non in quel modo, con tanto di narcotico e di successivo soffocamento. E poi, se di rapina si è trattato, perché dalla casa di via delle Acacie non è stato portato via uno spillo? Perché non c'è alcuna traccia di scasso, effrazione e nemmeno un cassetto rovesciato?
Dall'altro lato è anche vero che nel Trevigiano non sarebbe la prima volta che si verificano atti di efferata violenza, apparentemente senza motivazioni plausibili. Basta ricordare il caso di Gorgo al Monticano, dove due coniugi vennero letteralmente massacrati da una banda di albanesi senza pietà. È anche per questo e altri precedenti che ieri è intervenuto anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: "Sono rimasto colpito dall'efferatezza del delitto - ha detto - consumato con modalità che a sentirle non possono che far star male. Le indagini sono in corso ma siamo convinti che siano nelle mani di investigatori dalle indiscusse professionalità e competenze, che sapranno risalire ai responsabili, chiunque siano. In ogni caso, quello che ci attendiamo di fronte a crimini come questo è che ci siano poi condanne esemplari".
Le professionalità degli investigatori citate da Zaia, intanto, hanno portato a restringere il cerchio delle indagini in ambito familiare. La moglie e la figlia, che la donna aveva avuto da una precedente relazione, sono state interrogate a lungo in questura. Secondo alcune indiscrezioni, peraltro confermate dai vicini di casa, tra le due donne e il pensionato ci sarebbero stati diversi litigi, anche molto rumorosi. Tra i motivi dei dissidi, pare, il laboratorio di occhialeria adiacente all'abitazione che la coppia aveva gestito fino a poco tempo fa e che adesso sembrava avesse deciso di vendere.
Scavando sul passato della moglie e della figliastra di David, poi, si è scoperto che le due donne avevano sofferto di disagi psichici. Il precedente marito della De Nardo, poi, sarebbe annegato tragicamente in un lago in Australia. Dettagli che non sono legati all'omicidio in questione ma che aiutano a capire su quale versante si stanno indirizzando le indagini della polizia.
Il questore di Treviso, Carmine Damiano, si è detto ottimista: "Il caso sarà chiuso in tempi brevi", ha detto ieri sera. "Siamo di fronte ad un omicidio eseguito con modalità da far rabbrividire - ha aggiunto -.
E mentre diceva queste cose, le due donne erano ancora nei locali della questura.
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