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Il sogno comunista: dalle stalle alle stelle con la Hack

Era questione di orizzonti. Lei mica è un travet di partito, è una scienziata. E dunque, finché veniva eletta in consiglio regionale in Lombardia o alla Camera con il Pdci, Margherita Hack non se la sentiva. Faceva un passo indietro e rinunciava. Tornava alla ricerca. Ora invece ha trovato la sua dimensione planetaria: l’Europa, per la quale è candidata da Pdci e Rifondazione.
Sarà che sulla bandiera della Ue c’è un tripudio di astri, sarà che dopo le ultime batoste elettorali la sinistra radicale è stanca di ruminare nelle stalle extraparlamentari, fatto sta che punta sulla 86enne astrofisica antifascista, atea e barricadiera.
A dispetto del nome rutelliano, Margherita sta più a sinistra della corsia di sorpasso. Nel 1940 prese un 7 in condotta per ribellione politica, nel 1971 firmò un documento per definire «torturatore» il commissario Calabresi; oggi non perde occasione per urlare «Berlusconi vergogna!» e per paventare catastrofi come «nel 2036 il meteorite Aphosis impatterà con la Terra e sarà peggio di una bomba nucleare» o «il caso Englaro è pericoloso per la democrazia». E poi sfila al Gay Pride sulle note di «Tango diverso», fa lezione in piazza contro la Gelmini, vuol levare il crocifisso dalle aule e offuscare Rai-Vaticano, dice che i pellegrini al funerale di Papa Wojtyla «facevano una scampagnata», si batte per i colibrì donati dal Perù a Trieste, insulta Napolitano per aver firmato il Lodo Alfano. Non c’è battaglia che non la veda protagonista, prezzemolina dell’antagonismo.
Il suo pezzo forte sarebbe la lotta a favore della ricerca, ma stando a quanto dichiarò all’alba del governo Prodi («penso proprio che reggerà e farà cose buone. E il ministro della Ricerca Mussi si sta muovendo bene»), sale il dubbio che politicamente non ci capisca un accademico tubo. Poco male, perché tanto Margherita sfoglia ogni tema con l’onniscienza della tuttologa. Da Sanremo (memorabile la sfuriata contro Baudo che escluse la canzone da lei scritta: una polemica condotta con l’aplomb della toscanaccia in crisi d’astinenza da ribollita) alle manifestazioni pro Gaza, non c’è campo dello scibile che non la veda spigolare attenzione. Ha detto la sua perfino sul calcio: «Il Milan mi sta antipatico». Non crede in Dio, ma odia il Diavolo.
Ora la sosia di Maga Magò mira a Strasburgo. D’altronde di eurovisione se ne intende, essendo la Hack stata ospite in tv a «Che tempo che fa», «Cominciamo bene», «Unomattina», «Parla con me», «Screensaver», «Sfera», «Markette», eccetera, eccetera fino a «Sulla via di Damasco».


D’altronde, per «infine uscir a riveder le stelle», i comunisti - che ultimamente i voti li vedono col telescopio - non potevano che affidarsi a lei. Lei che spiegò con ottimismo: «Sul pianeta rosso potrebbero esserci forme di vita».
Si riferiva a Marte, ma fa ridere lo stesso.

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