Soldati fra commedia e dramma

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Viviana Persiani

Martedì, all’Elfo, andrà in scena Lola che dilati la camicia, drammaturgia di Marco Baliani, Cristina Crippa, Alessandra Ghiglione, regia di Marco Baliani, con Cristina Crippa e Patricia Savastano. Tornata alla luce grazie a Luciano Della Mea, che aveva pubblicato la lettera scritta da Adalgisa Conti al dottore all’inizio del ricovero, la storia di questa giovane, internata in manicomio nel 1914, riprende vita in uno spettacolo intenso e commovente. Un rito della memoria nel quale Cristina Crippa ripercorre tra afasie e illuminazioni, parole smarrite e ritrovate, il labirinto dei ricordi di Adalgisa, destinato a sfociare in una disperata follia. Martedì, al Litta, debutta Il calapranzi, di Harold Pinter, regia di Antonio Syxty, con Paolo Casiraghi e Gerardo Maffei. Ben e Gus sono due killer professionisti, assoldati da una misteriosa organizzazione criminale che comunica con loro in modo oscuro. Solo il nome della città, un indirizzo e poi una «chiamata», che li metterà nelle condizioni di eseguire il loro lavoro: uccidere la vittima indicata. Entrambi non conoscono mai in anticipo l’identità della loro vittima. E - con tutta probabilità - questa volta l’identità della vittima li sorprenderà. Ben e Gus sono chiusi in una stanza e aspettano che la loro prossima vittima entri dalla porta. Ma chi entrerà questa volta dalla «porta»? E che cosa accade durante la loro attesa? Dei due Gus è il più tormentato dai dubbi; al contrario Ben cerca di reagire al comportamento del compagno, diventando sempre più autoritario nei suoi confronti. Il 31, allo Studio, debutta I soldati, di Jakob Lenz, regia di Luca Ronconi, con gli allievi del corso Tofano. Ammirava Goethe e cercava di emularlo. Brecht, a distanza di quasi due secoli, ne comprese tutta la grandezza. Jakob Michael Lenz, drammaturgo tedesco preromantico, dalla vita non facile e dal precario equilibrio psichico, pubblica I soldati nel 1776, opera in cui si fondono perfettamente commedia e dramma, aperta denuncia dei soprusi della casta militare e delle contraddizioni di un’epoca. Al centro della vicenda, una giovane donna di nome Maria, sedotta e poi abbandonata da un ufficiale dell’esercito, il tenente Desportes. Per quest’uomo Maria rinuncia al promesso sposo, il mercante Stolzus, e inizia una personale «discesa agli inferi», sfruttata e bistrattata da una serie di loschi personaggi. Al Libero, l’1 giugno, spazio a Bruciati dallo Xanax, due atti unici di Angelo Longoni, adatti ad un pubblico adulto. Il primo si svolge in una fredda camera d’albergo. Monica e Alex, prostituta e marchettaro, si ritrovano improvvisamente con seicento milioni e un morto sulla coscienza (il loro ultimo cliente). Rimorsi, ricordi annebbiati, bisogno di possedere la vita e stringerla a sé come un bottino imprevisto. Una notte per fare luce sull’anima nera di se stessi. Xanax, invece, vede un giornalista fallito e un’impiegata in crisi, chiusi per un week-end, nell’ascensore di un palazzo.

Unico sollievo: gli psicofarmaci. È iniziata la stagione estiva del Teatro di Verdura che, in questa settimana, ha in cartellone due spettacoli per bambini, ovvero Lo specchio di Olimpia (mercoledì) e Il racconto dei promessi sposi (venerdì).

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