Arriverà in consiglio regionale la settimana prossima e, c’è da giurarci, farà parlare tanto di sé. Si è già iniziato, del resto, con il balletto di distinguo e prese di posizione. La carica di quelli pronti a disconoscere quanto fatto pochi mesi fa è già partita alla grande.
Il tema è di quelli sensibili, il finanziamento di interventi assistenziali ai disabili. L’area è altrettanto importante, quel ricco Veneto motore economico del miracolo «Nord Est». E i termini della questione forti: il fondo per la non autosufficienza sarà accessibile solo a chi è nato in Veneto o vi risiede da almeno cinque anni; questo se la legge regionale sarà approvata così come è uscita dalla commissione Sanità lo scorso 23 febbraio.
Ecco il colpo di scena: il testo preliminare in commissione Sanità ha avuto un voto all’unanimità. Quindi hanno votato a favore della legge anche Giampietro Marchese, Claudio Rizzato e Guido Trento del Pd, e Marco Zabotti della lista civica. L’ok è arrivato anche da Onorio De Boni dell’Udc. Tutti e cinque - racconta il Mattino di Padova - hanno votato un progetto di legge (che disciplinerà l’accesso al fondo regionale per la non autosufficienza) che al comma 3 dell’articolo 2 specifica: «Sono destinatari delle prestazioni erogate le persone non autosufficienti nate nel Veneto o ivi residenti da almeno 5 anni continuativi». E visto che il voto all’unanimità in commissione è un messaggio forte, è probabile che il voto in consiglio abbia un destino similare.
Alla luce di tutto ciò assume tonalità grottesche il comunicato rilasciato ieri all’Asve (Agenzia di stampa per il Veneto) dal capogruppo del Pd in consiglio regionale Giovanni Gallo: «Il Partito democratico veneto vuole che sia approvata al più presto la legge regionale sulla non autosufficienza, ma si opporrà alla discriminazione di anziani e disabili basata sul criterio della residenza». Gallo poi ricorda che nel corso dell’esame preliminare in commissione Sanità la contrarietà alla norma sulla residenza era già stata annunciata e motivata dai consiglieri del Pd Claudio Rizzato e Guido Trento. Resta da capire perché l’hanno votata, allora.
Chi invece non ha mai nascosto la sua amarezza per il testo uscito dalla commissione è il consigliere Pdl Leonardo Padrin.
Che entra nel merito della questione: «Una presa di posizione che mi lascia allibito, perché la disabilità è senile ma anche infantile - spiega -. E se un professionista lombardo si trasferisce in Veneto e ha un figlio disabile perché non deve avere accesso al fondo? È un provvedimento discriminatorio: non è possibile fare differenze tra i più deboli».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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