Teneteveli. Detto elegantemente, sintende. Come solo i francesi sanno e possono fare quando vogliono ottenere qualcosa. E ciò che vuole ottenere il nuovo ministro dellInterno francese, Claude Gueant, è semplicemente di non aver immigrati tra i piedi. Gente disperata, in fuga dal mondo arabo in ebollizione, che vorrebbe ricostruirsi una vita, magari laddove avrebbe almeno il vantaggio di parlare e conoscere la lingua. E se in Tunisia si parla francese dove, meglio della Francia, si può andare per cercare di ricominciare?
Ecco, appunto questo non vuole il ministro Gueant tanto che ieri, dopo una visita alla frontiera franco-italiana per monitorare il confine, in un incontro con i giornalisti a Nizza, ha fatto riferimento alla necessità di evitare che la crisi a Tunisi provochi larrivo in Francia, attraverso il territorio italiano, di migranti in fuga dal Nordafrica.
«Ci aspettiamo dai nostri amici italiani che agiscano in base alle regole europee. La responsabilità è del Paese che per primo li accoglie. Chiediamo, dunque, alle autorità italiane di trattenere le persone che arrivano da loro e che si tengano coloro che gli rimandiamo dietro. Gli italiani rispettano le regole, ci aspettiamo che lo facciano fino in fondo».
Come se il terremoto che ha sconquassato il Nordafrica fosse una questione solo italiana e non europea. Come dovrebbe essere, almeno se andiamo a rileggerci i vari, recentissimi, pronunciamenti dellagenzia Frontex, costituita ad hoc tra gli Stati Ue. O le dichiarazioni, altrettanto recentissime, del ministro francese degli Affari europei Laurent Wauquiez, non proprio in sintonia con il collega Gueant, secondo cui «quello degli sbarchi a Lampedusa non è un problema italiano, ma europeo». Ma, agenzie e buoni propositi a parte, la vera verità è che lEuropa non cè quando si tratta di accollarsi collettivamente grane e fastidi. Ci sono soltanto singoli Stati che cercano di proteggere, con ogni mezzo, le loro frontiere e i loro interessi.
Daltra parte una linea molto simile a quella francese è quella già annunciata dalla Germania per bocca del ministro dellInterno Thomas de Maiziere: «Noi non possiamo risolvere i problemi di tutto il mondo. LItalia è sotto pressione, ma non è affatto sovraccarica». Incoraggiante, no?
Tornando alle dichiararazioni di Gueant, giusto per raffozare la sua tesi, il ministro francese si è aggrappato al fatto che su 436 immigrati clandestini, in gran parte tunisini, arrestati a febbraio nel dipartimento delle Alpi Marittime, 250 erano stati ricondotti in Italia. Ma che lItalia non stia certo a guardare, e questo il ministro transalpino dovrebbe ben saperlo, è provato da un altro dato: che sono stati 1.070 gli immigrati clandestini, per lo più tunisini, fermati negli ultimi tre giorni dalle autorità italiane mentre cercavano di entrare in Francia, cioé circa il doppio di quelli fermati nel mese di febbraio. Un dato certamente allarmante chi si aggiunge a quelli diffusi ieri dal Centro di cooperazione di Polizia e dogana di Mentone, presso la frontiera franco-italiana: nello scorso mese i clandestini fermati alla frontiera sono stati infatti 591; contro i 359 del mese di gennaio. «Di fronte ai disordini che imperversano in alcuni Paesi del sud del Mediterraneo - si è affrettato a precisare Gueant -, il governo francese ha due obblighi: accompagnare il cammino verso la democrazia e la libertà e fare tutto il possibile perché il Paese non venga sommerso dallondata di immigrati.
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